Quando non sappiamo come iniziare a
meditare, prestiamo attenzione al nostro respirare: inspirazione, espirazione, pause…
È un’antichissima pratica. Tutti respirano in continuazione (altrimenti
sarebbero morti), ma pochi vi prestano attenzione.
Eppure il respiro ci accompagna l’intera
vita – è la vita, e ci introduce alla spiritualità, tanto che le parole respiro
e spirito hanno qualcosa in comune.
Prestare attenzione al respiro, essere
consapevoli del respiro, significa innanzitutto staccarsi dai pensieri abituali
e ritornare a quella nostra casa, a quel tempio che è il nostro stesso corpo,
senza il quale niente sarebbe possibile.
Così facendo possiamo rallentare il
respiro, che risente di ogni nostro stato d’animo, e trovare attimi di quiete.
Trovando attimi di quiete, riscopriamo il senso fondamentale del vivere, che
non è ansia o preoccupazione, ma piacere – piacere di essere qui e ora con i
nostri sensi e la nostra mente funzionanti.
Poi, finita la tregua, ritorniamo in
guerra, ma con una diversa consapevolezza.
La meditazione più semplice è uno
spostamento del fuoco della coscienza, che riflette su se stessa per calmare e
assaporare la propria presenza.
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