Facciamo conto di trovarci in un film.
Noi siamo gli attori. Ma questa non è la nostra vera identità. La nostra vera
identità è quella di chi assiste al film, dello spettatore, del Testimone.
Ovvero, siamo contemporaneamente sia gli attori che recitano una parte sia gli
spettatori.
Non se se avete mai avuto l’impressione
di essere degli estranei, di trovarvi in un mondo che non è il vostro. Non è
vostro non solo il mondo ma anche la vostra famiglia. Forse siete stati
adottati, forse siete degli alieni.
Bene, questa è la verità. Siete degli
estranei, recitate una parte che il destino vi ha assegnato.
La meditazione spezza l’incantesimo, l’illusione,
l’apparenza delle cose, la recita.
Qualcosa in voi vi dice che tutto ciò è
irreale, che la vostra vera identità è altrove. Ed ora la cercate.
C’è un’antica parabola orientale. Un
leoncino si perde e viene adottato da un gregge di pecore. Lui cresce belando,
mangiando erba e sentendosi in tutto e per tutto una pecora.
Ma, un giorno, mentre il gregge si
abbevera a uno stagno, compare un grosso leone. Le pecore fuggono spaventate e il
leoncino si aspetta da un momento all’altro di essere divorato. Invece il leone
si ferma e gli dice: “Che cosa fai qui?” “Faccio la pecora.” “Ma non sei una
pecora.” “E che cosa sono?” “Guarda tu stesso.”
Il leoncino si affaccia allo stagno e specchiandosi
scopre di essere più simile al leone che alle pecore.
Allora emette per la prima volta un
ruggito e scopre la sua vera identità.
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