Nessuno è felice quando pensa che,
comunque vada, il suo destino sarà la morte. E questa paura è non solo il
fondamento di tutte le paure, ma anche di tutte le nostre domande sulle
religioni, su Dio, sull’anima e su che cosà succederà “dopo”.
Il problema però è che, quando siamo
investiti da queste paure e da questi interrogativi, non ci troviamo nella
disposizione d’animo giusta – nel senso che siamo troppo attaccati alla vita,
all’io, al mondo, ai nostri affetti, ai nostri amori e odi, alle nostre
proprietà fisiche e psicologiche.
L’atteggiamento giusto è un altro… quando
non siamo attaccati a nulla, non ci chiediamo nulla, non siamo legati a nulla,
non ci sentiamo nulla… Allora guardiamo con un sorriso all’intero ciclo delle
nascite e della morti. Anzi, sappiamo che è una semplice illusione, con le sue
paure e le sue speranze. Tutto un bla bla mentale.
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