Quando nel silenzio udiamo un suono,
non è difficile percepire la sua comparsa, la sua durata e la sua estinzione.
Ma che cosa c’è dopo la sua fine? C’è il silenzio.
In realtà il silenzio c’era anche
prima. Il suono in sostanza esce dal silenzio, si distingue dal silenzio e
ritorna nel silenzio. È come un’onda che nasce, si solleva e svanisce di nuovo.
È come se le cose uscissero dal nulla (o da un tutto informe, prendessero forma
e vi ritornassero. Come onde, come increspature di quel nulla.
Ora, tale processo avviene per tutti i
fenomeni, dalla nostra stessa esistenza al movimento dei pensieri.
Se osserviamo un pensiero, vediamo
chiaramente che appare, si sviluppa e svanisce. E alla fine che cosa rimane?
Il silenzio, il vuoto o la tensione
generica, la presenza, che c’era prima.
Per meditare dobbiamo concentrarci
proprio su questo silenzio, su questo vuoto – che non è affatto una mancanza,
ma una grande presenza.
Questo perché l’universo o il tutto
sono presenti a se stessi, fin dall’origine.
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