giovedì 7 ottobre 2021

La forza dei desideri

 

Credere di liberarsi dal desiderio semplicemente reprimendolo è la cosa più stupida che si possa fare, soprattutto a livello sensuale/sessuale. Come dimostrano le tristi vicende dei preti pedofili nella Chiesa cattolica, se il desiderio sessuale viene represso da una parte, salta fuori da un’altra, ancora peggiore. L’idea quindi di vietare la sessualità alla categoria dei sacerdoti è la più innaturale possibile, qualcosa di velleitario e dannoso.

L’uomo è l’essere desiderante per eccellenza. Sappiamo che il buddhismo sostiene, primo, che la vita non sfugge mai alla sofferenza, e, secondo, che la causa della sofferenza è il desiderio. Ma rinunciare al desiderio è rinunciare al’essere esseri umani, anzi esseri viventi. Non a caso, poi, il buddhismo afferma che, per risolvere il problema, bisogna arrivare ad un’estinzione della vita – non ci sono vie di mezzo.

Bisogna però considerare che la vecchiaia porta ad una naturale diminuzione del desiderio sessuale, ma non per questo risolve alcun problema. La verità è che esistono desideri ben più devastanti di quello sessuale, per esempio il desiderio di potere, di essere importanti, di prevalere sugli altri. Ne sono un esempio i due discepoli di Gesù che discutevano fra loro su chi sarebbe stato “il più grande in cielo”. Come dire che le ambizioni non finiscono mai.

In meditazione non ci si sogna di invitare a non avere desideri (il che sarebbe un altro desiderio) ma ad esserne consapevoli e a lasciar via libera a quelli naturali.

Ogni desiderio deve essere esaminato al suo sorgere e, se si rivela illusorio o inutile, finisce per cadere dal solo. Perché il desiderio, come ogni altra cosa, sorge e se ne va.

Ma è chiaro che alla fine, quando tutti i desideri se ne andranno, se ne andrà anche la vita – e sperabilmente anche il desiderio di vivere o rivivere. Se il nostro inizio incomincia con i desideri, la nostra trascendenza incomincerà con la fine dei desideri.


Nessun commento:

Posta un commento