giovedì 14 ottobre 2021

Nell'occhio del ciclone

 

Non bisogna illudersi che possano avvenire dei miracoli – per ora nessuno è in grado di compierli, per ora tutto ciò che si ottiene è solo il frutto di un duro lavoro. Anche in meditazione avviene la stessa cosa. Non ci si libera da condizionamenti millenari semplicemente applicando la consapevolezza. La vita resta difficile e complicata, la materia ha una sua pesantezza ineliminabile. Nessuno ha bacchette magiche.

Ma la consapevolezza mette un distanza fra noi e la realtà convulsa, fra noi e i nostri stati d’animo. I nostri corpi e le nostre menti restano fuscelli al vento. Però abbiamo finalmente un punto fermo, qualcosa che non muta al variare delle condizioni, qualcosa che è in mano nostra e non in mano alla dialettica degli eventi.

La consapevolezza è sempre attuale: non sta nel passato, che è un ricordo; non sta nel futuro, che è una congettura; ma sta qui in una mente presente e vigile che non vuol farsi trascinare dalle correnti del mondo, dai venti cosmici.

Mentre il nostro destino si compie inesorabilmente, noi contempliamo gli eventi negativi e positivi con equanimità, con distacco, lasciando all’io condizionato i desideri e l’avversione.

Per questo possiamo dire che “noi” non siamo consapevoli, che il nostro “io” non è consapevole. La consapevolezza viene da un’altra dimensione.

 

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