Se ci fate caso, il vostro cervello è
affollato tutto il giorno da pensieri, sensazioni ed emozioni, con cui vi
identificate. Anche se credete di essere voi a pensare e a percepire, in realtà
i pensieri, le sensazioni e le percezioni vi assalgono senza che possiate
sceglierle o padroneggiarle. Sono i pensieri, le sensazioni e le emozioni che
si affollano nella vostra mente, dentro di voi, in base a leggi di causalità e
interdipendenza su cui non avete il minimo controllo. Chi siete allora
veramente voi? Quelli che pensano o quelli che vengono assaliti dai pensieri?
Esaminate per qualche attimo il vostro
io, il vostro complesso psicofisico, e domandatevi se siete voi a pensare
abitualmente o se siete prigionieri di semplici reazioni all’esperienza.
Ecco il punto. Se vi ponete nella
posizione dell’osservatore, del testimone, della consapevolezza, potete vedere
di venire agiti, non di essere i
soggetti ultimi delle vostre azioni e reazioni. Siete come una palla che
rimbalza in seguito a diecimila urti con altre palle, non una palla che segue
un proprio percorso autonomo.
Ma potete esserne consapevoli, e, nel
momento in cui lo siete, salta fuori il vostro vero sé - che è colui che
osserva. In quel momento vi risvegliate alla consapevolezza, al vostro centro
ultimo.
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