Di solito siamo totalmente identificati
con i pensieri e le sensazioni, tanto che crediamo di esserli - il nostro io è
quell’insieme di pensieri e sensazioni. Ma non è così.
In meditazione ci accorgiamo di
un’altra realtà. Facciamo un passo indietro e diventiamo gli osservatori.
Allora scopriamo che possiamo essere qualcos’altro, che possiamo non essere
coinvolti in essi.
Mentre li osserviamo che si susseguono
in continuazione, compulsivi, ripetitivi, altalenanti, noi ne diventiamo i
testimoni, gli spettatori. La nostra mente è come un cinema in cui si proiettano
film di ogni genere, e noi ne siamo sempre immersi.
Ma, quando li osserviamo, creiamo una
distanza fra noi e loro, e possiamo restarne distaccati. Questa meditazione non
ha bisogno di nessuna postura, di nessuna formula e può essere svolta in
qualsiasi momento e luogo.
Se prolunghiamo il tempo in cui
diventiamo gli osservatori, possiamo trovare un luogo non toccato dalle nostre
elucubrazioni, dal chiacchiericcio della mente, e capiamo che abbiamo anche un’altra
identità, meno caotica, più calma. Invece di essere dominati da pensieri e sensazioni,
invece di rimanere sempre confinati nella loro prigione, possiamo saltar fuori
e guardare un panorama più luminoso, in cui siamo più liberi.
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