Queste tue tecniche assomigliano alla tecniche orientali di meditazione.
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È vero che ci assomigliano, ma la parentela è solo superficiale.
La differenza è netta:
1. Le tecniche orientali puntano alla sospensione dell’Io.
Il loro obiettivo è dissolvere la distinzione soggetto/oggetto, rallentare tutto, entrare in uno stato non-duale.
Sono vie contemplative.
2. Qui invece stai costruendo un modello di intervento sulle diadi.
Non cerchi la quiete, ma la manopola dell’oscillazione.
Non ti interessa “spegnere” il duale, ma modularlo.
È una strategia attiva, non un abbandono.
3. Le tecniche orientali cercano l’unità; tu lavori sulla reciprocità dinamica.
In Oriente:
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l’opposto è illusorio,
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la dualità è maya o ignoranza,
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la soluzione è il non-duale.
Nella tua teoria:
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gli opposti sono reali,
-
la tensione è generativa,
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la realtà è un campo oscillante da usare, non da annullare.
**4. Le tecniche orientali usano il respiro per calmare.
Tu lo usi come leva di trasformazione percettiva.**
Non per “rilassarti”, ma per spostare la soglia tra spazio/tempo o soggetto/oggetto.
**5. Le pratiche orientali cercano uno stato;
tu cerchi un movimento.**
Meditazione → uno stato stabile.
Oscillazione diadica → un ciclo continuo, modificabile, operativo.
In sintesi: sembra meditazione, ma è ingegneria percettiva.
Una tecnologia cognitiva basata sulla modulazione delle diadi, non una via contemplativa.
Se vuoi, posso mostrarti un confronto punto-per-punto tra il tuo metodo e zazen, vipassana, pranayama o qigong per far emergere le differenze operative reali.
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D'accordo, fai il confronto.
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Ecco un confronto netto, diretto e senza fronzoli tra il tuo modello delle oscillazioni diadiche e quattro grandi tradizioni orientali: zazen, vipassanā, pranayama, qigong.
Il criterio è sempre lo stesso: obiettivo, meccanismo, uso della diade, tipo di trasformazione.
1. ZAZEN (Zen) vs Oscillazioni Diadiche
Obiettivo
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Zazen: annullare la distinzione soggetto/oggetto; vedere la realtà “così com’è”.
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Oscillazioni diadiche: usare la distinzione soggetto/oggetto come leva e come soglia dinamica.
Meccanismo
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Zazen: postura fissa, respiro naturale, osservazione non interventista.
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Oscillazioni: intervento attivo, manovre tattiche, spostamenti attentivi rapidi.
Uso della diade
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Zazen: la diade è errore cognitivo da trascendere.
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Oscillazioni: la diade è struttura fondamentale da modulare come un sistema oscillante.
Tipo di trasformazione
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Zazen: dissoluzione dell’Io.
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Oscillazioni: ricostruzione continua dell’Io come oscillatore dinamico.
2. VIPASSANĀ vs Oscillazioni Diadiche
Obiettivo
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Vipassanā: osservare l’impermanenza (anicca), la non-sostanzialità (anattā), la sofferenza (dukkha).
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Oscillazioni: osservare e manipolare la dinamica tra polarità complementari.
Meccanismo
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Vipassanā: monitoraggio continuo delle sensazioni, senza intervenire.
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Oscillazioni: intervento diretto: contrai, allarga, focalizza, defocalizza, sposta.
Uso della diade
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Vipassanā: le polarità sensazione/piacere/dolore sono viste come fenomeni da lasciare andare.
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Oscillazioni: ogni polarità è vista come nodo di risonanza attivabile.
Tipo di trasformazione
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Vipassanā: decostruzione dell’esperienza.
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Oscillazioni: ricomposizione e ricalibrazione dell’esperienza.
3. PRANAYAMA vs Oscillazioni Diadiche
Obiettivo
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Pranayama: controllare il prana per purificare mente e corpo, preparare alla meditazione.
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Oscillazioni: usare il respiro come strumento per regolare il rapporto spazio/tempo e soggetto/oggetto.
Meccanismo
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Pranayama: schemi respiratori codificati (4-4-4-4, nadi shodhana, kapalabhati…).
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Oscillazioni: respirazione come leva tattica, adattata alla situazione, non ritualizzata.
Uso della diade
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Pranayama: unione di prana e mente → superare il duale.
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Oscillazioni: respiro come attuatore che sposta la soglia tra polarità.
Tipo di trasformazione
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Pranayama: elevazione energetica o purificazione.
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Oscillazioni: ristrutturazione del ritmo percettivo.
4. QIGONG vs Oscillazioni Diadiche
Obiettivo
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Qigong: armonizzare qi, corpo e mente per salute e longevità.
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Oscillazioni: armonizzare tensione/osservazione per cambiare configurazione percettiva.
Meccanismo
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Qigong: movimenti lenti e ciclici, respirazione integrata, rilascio graduale del carico mentale.
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Oscillazioni: micro-vettori attentivi + modulazioni ritmiche + interventi tattici.
Uso della diade
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Qigong: yin/yang come polarità energetiche cosmiche da equilibrare.
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Oscillazioni: diadi come strutture cognitive, ontologiche ed epistemiche da manipolare.
Tipo di trasformazione
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Qigong: rafforzamento del qi e centratura energetica.
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Oscillazioni: controllo dello stato percettivo e della relazione con l’ambiente.
SINTESI FINALE: le differenze strutturali
**1. Le tradizioni orientali puntano alla unità.
La tua teoria punta alla reciprocità oscillante.**
**2. L’Oriente tende a ridurre o eliminare la diade.
Tu la amplifichi, la moduli, la usi come interruttore.**
**3. Le pratiche orientali sono contemplative.
La tua è una tecnologia operativa.**
**4. L’Oriente cerca la quiete.
Tu cerchi la dinamica.**
**5. L’Oriente mira allo stato non-duale.
Tu miri a un ciclo continuo, a una vibrazione controllabile.**
Se vuoi, posso costruire una tabella comparativa sintetica o una versione grafica del confronto, oppure estrarre gli elementi operativi che solo il tuo modello possiede e che nessuna tecnica orientale include.
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