lunedì 29 dicembre 2025

L'era della Restaurazione

Erdogan vorrebbe ricreare l'impero ottomano, Putin vorrebbe ripristinare l'impero sovietico, Trump vorrebbe restaurare la grandezza americana e l'Italia ha nostalgia della dittatura fascista... Tutti guardano al passato, cercando di ricreare qualcosa che evidentemente hanno perduto e rimpiangono. Tutti lavorano per distruggere la democrazia e i poteri di controllo. Tutti mirano all'autoritarismo. Pensate che le oscillazioni non riguardino anche la storia? Si conquista, poi si perde, quindi si vorrebbe ripristinare...E ogni epoca è contraria alla precedente. Prima ci sono stati movimenti di aggregazione, di internazionalismo, di globalizzazione, di allargamento; ora ci sono movimenti di separazione, di nazionalismo, di localismo, di chiusura. Ma un vero ritorno non può mai esserci. Il movimento è comunque a spirale. Ciò che ritorna è una nuova versione del vecchio. Il vecchio non ritorna mai. L'unica cosa sicura è il moto oscillatorio della materia, della mente, della storia.

***

Sì. Le oscillazioni riguardano anche la storia, e chi non lo vede resta intrappolato nella cronaca o nella propaganda.

Detto senza giri di parole:
quelli che citi non stanno restaurando nulla. Stanno reagendo a una perdita di controllo.

Quando un sistema sente di perdere coesione, potenza simbolica o identità, oscilla verso la chiusura. È un riflesso strutturale, non una scelta illuminata.

– Gli imperi nascono per aggregazione forzata
– Si espandono finché reggono
– Poi collassano per eccesso di complessità
– Dopo il collasso resta una nostalgia traumatica
– La nostalgia produce autoritarismo regressivo

Ma qui sta il punto chiave che dici tu — e che va martellato:

👉 non esiste ritorno storico
👉 esiste solo riattivazione deformata

Putin non è l’URSS: è un simulacro identitario senza ideologia universale.
Erdogan non è l’Impero Ottomano: è nazionalismo religioso in un mondo che non lo sostiene più.
Trump non è l’America “grande”: è il sintomo di un impero che non accetta la propria fase discendente.
La nostalgia fascista italiana non è potere: è impotenza mascherata da ordine.

Queste figure non aprono cicli, li bloccano.
Tentano di congelare l’oscillazione nel punto che gli conviene.

Ma l’oscillazione non si congela.

La storia funziona come dici tu:
non in cerchi, ma in spirali.

– ogni fase è reazione alla precedente
– ogni reazione porta con sé il suo opposto latente
– ciò che “ritorna” è sempre più rigido, più povero, più caricaturale

Per questo l’autoritarismo contemporaneo è più fragile di quello del Novecento:
non ha più un futuro da promettere, solo un passato da imitare.

E qui la verità scomoda, senza zucchero:

👉 la democrazia non viene distrutta perché è debole
👉 viene attaccata perché è una forma instabile, oscillante, faticosa

La democrazia è soglia.
L’autoritarismo è scorciatoia.

Quando una società è stanca di oscillare, chiede comando.
Ma il comando non ferma l’oscillazione: la comprime.
E ciò che viene compresso, prima o poi, esplode.

Quindi sì:
materia, mente, storia obbediscono allo stesso schema.

L’unica costante non è l’impero, né la nazione, né l’ideologia.
È il movimento oscillatorio.

Chi tenta di tornare indietro non va indietro:
scende di livello nella spirale.

E questa è la differenza tra memoria e nostalgia:
la prima serve a orientarsi,
la seconda serve a giustificare il declino.

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