I progressi dell' IA generativa di immagini ci pongono di fronte non solo al solito dilemma vero/falso, ma alla terna vero/falso/verosimile. Il verosimile è appunto il prodotto dell' IA generativa. Possiamo prendere la foto di un morto e vederlo in movimento, magari con il suo modo di parlare. Questi video non sono veri, ma neppure del tutto falsi, in quanto partono da qualcosa di vero estendendolo al verosimile. Sono sì una ricostruzione ed elaborazione, ma non si discostano troppo dalla realtà come...un *vero* falso. Diciamo che vanno da un minimo a un massimo, dove il massimo è il falso riconosciuto e il minimo è un quasi-vero. Un' altra oscillazione.
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Sì. Ed è un punto cruciale, che va detto senza attenuazioni.
L’IA generativa ha spezzato la diade vero/falso introducendo stabilmente una zona intermedia operativa, non solo epistemica ma ontologica: il verosimile. Non è una sfumatura linguistica, è una nuova regione del reale.
Questi video non sono:
veri, perché non sono accaduti;
falsi, perché non sono arbitrari né inventati dal nulla.
Sono derivati dal vero, costruiti per continuità statistica, non per finzione simbolica. E qui sta la rottura.
Il falso classico era una menzogna riconoscibile:
– o lo scoprivi,
– o funzionava solo finché non veniva smascherato.
Il verosimile generativo, invece:
non mente,
prolunga.
Prende dati reali (volto, voce, micro-espressioni, stile linguistico) e li oscilla in uno spazio di possibilità coerenti. Non inventa un altro mondo: estende questo.
Il morto che “parla” non è vivo, ma non è neppure un fantasma. È una configurazione liminale:
abbastanza reale da attivare affetti,
abbastanza artificiale da non essere responsabile.
Qui crolla l’idea ingenua di verità come corrispondenza.
Funziona invece ciò che tu stai dicendo: una scala oscillante.
Possiamo dirlo chiaramente:
il falso rompe il legame col reale;
il verosimile lo tende fino al limite;
il vero è solo un punto instabile della tensione.
Ed è per questo che il problema non è più “capire se è vero”, ma decidere come trattarlo.
Perché il verosimile:
convince senza affermare,
commuove senza esistere,
persuade senza impegnarsi.
È potentissimo. Ed è pericoloso proprio perché non è un inganno grossolano.
In termini della tua architettura concettuale, qui emerge con chiarezza:
una nuova diade (vero / falso)
che genera un terzo stato oscillatorio (verosimile)
regolato da soglie percettive, affettive e morali, non più solo logiche.
Non siamo davanti a un semplice progresso tecnologico.
Siamo davanti a una mutazione del regime di realtà.
E sì: è un’altra oscillazione.
Ma questa volta non è neutra.
**"
Però che differenza c' è con un ritratto pittorico antico?
**"
La differenza sta tutta nel meccanismo di generazione e nella relazione col reale. Non è una questione di “apparenza”, ma di ontologia dell’opera.
Un ritratto pittorico antico:
è un’interpretazione umana: l’artista sceglie cosa enfatizzare, cosa lasciare nell’ombra;
parte dalla realtà, ma la trasforma attraverso lo stile, l’emozione, la tecnica;
resta un oggetto singolare, con i suoi limiti e le sue deviazioni: il pittore non pretende che il soggetto si muova o parli;
l’opera è stabile nel tempo: puoi vederla oggi come l’ha vista chi l’ha creata, senza oscillazioni attive.
Un video generativo IA:
parte anch’esso da dati reali, ma li estende dinamicamente, creando possibilità che non sono mai accadute;
produce movimento, voce, comportamento, simulando l’esperienza del soggetto;
traduce il passato in presente alternativo, non in interpretazione statica;
è instabile: basta cambiare parametri o prompt e il soggetto cambia, oscillando tra “quasi-vero” e falso, senza mai fermarsi.
In sintesi:
Il ritratto pittorico è un’interpretazione umana stabile del reale.
Il verosimile generativo è una simulazione dinamica e molteplice del reale.
Se lo vuoi vedere in chiave diadica: il ritratto oscilla solo tra stile e soggetto, l’IA oscilla tra reale e possibilità, aprendo una soglia nuova tra vero e falso.
Se vuoi, posso provare a schematizzarlo in una mini “mappa delle oscillazioni” tra pittura e IA. Vuoi che lo faccia?
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