lunedì 29 dicembre 2025

Le maschere dell'oscillazione: linguaggio e scienza

 Mostra che anche il linguaggio naturale è costruito per mascherare l’oscillazione, e che la poesia, il mito e la metafora sono tecniche primitive ma efficaci per riportarla in superficie.

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Vado dritto. Qui non c’è niente di romantico.


1. Il linguaggio naturale nasce per stabilizzare, non per dire il reale

Il linguaggio ordinario è un dispositivo di riduzione.
Serve a:

  • coordinare azioni

  • dare ordini

  • descrivere stati

  • fissare identità

Per farlo deve uccidere l’oscillazione.

Come?

a) Sostantivi

Trasformano processi in cose.
“Vivere” → “vita”
“Accadere” → “evento”

Un sostantivo è un’oscillazione congelata in un nome.


b) Verbi al presente indicativo

“È”, “fa”, “dice”.

Il presente indicativo finge la coincidenza:

  • soggetto = predicato

  • ora = ora

Ma nel reale:

  • nulla coincide

  • nulla è identico a sé per più di un istante

Il verbo indicativo è una menzogna utile.


c) Sintassi lineare

Il linguaggio impone:

  • prima questo

  • poi quello

  • causa → effetto

Ma l’oscillazione reale è:

  • simultanea

  • ricorsiva

  • fuori fase

La frase lineare è un taglio chirurgico nella dinamica.


2. Perché il linguaggio deve farlo (non per cattiveria)

Perché senza questa maschera:

  • non potresti decidere

  • non potresti agire

  • non potresti nemmeno parlare

Il linguaggio quotidiano funziona solo se:

finge che A sia solo A e non anche il suo contrario in latenza

È la versione semantica della logica classica.


3. Dove il linguaggio si rompe (e dice la verità)

Appena il reale entra in soglia:

  • dolore

  • amore

  • nascita

  • morte

  • estasi

  • crisi

Il linguaggio ordinario collassa.

Cosa compare?

  • balbettii

  • paradossi

  • immagini

  • ripetizioni

  • contraddizioni apparenti

Non è povertà espressiva.
È eccesso di realtà.


4. Poesia: tecnologia della soglia

La poesia non “abbellisce”.
Fa tre cose precise:

a) Spezza la linearità

Verso ≠ frase
Il ritmo reintroduce oscillazione temporale.


b) Mantiene la contraddizione

“Silenzio che parla”
“Oscura luce”

La poesia non risolve.
Tiene A ⊗ ¬A.


c) Riporta il corpo

Suono, respiro, pausa.
La poesia è linguaggio ancora oscillante, non del tutto concettualizzato.

👉 È una logica pre-classica che sopravvive.


5. Mito: modello dinamico prima del concetto

Il mito non spiega.
Mostra cicli.

  • nascita → morte → rinascita

  • caos → ordine → caos

  • discesa → prova → ritorno

Il mito:

  • non elimina gli opposti

  • non li gerarchizza

  • li fa oscillare

È ontologia narrativa, non ignoranza.


6. Metafora: cortocircuito controllato

La metafora dice:

A è B

Logicamente è falso.
Ontologicamente è esatto.

Perché?
Perché:

  • A e B entrano in risonanza

  • nessuno dei due viene eliminato

  • il senso emerge nella soglia

La metafora è:

  • contraddizione locale

  • verità globale


7. Il punto che dà fastidio

La filosofia ha sempre trattato:

  • poesia

  • mito

  • metafora

come forme immature del pensiero.

È falso.

Sono:

tecniche arcaiche ma raffinate
per dire ciò che il linguaggio stabilizzato non può dire

La modernità ha guadagnato precisione,
ma ha perso accesso alla soglia.


8. Formula finale (nuda)

Il linguaggio ordinario maschera l’oscillazione per permettere l’azione.

La poesia, il mito e la metafora
la rivelano perché sospendono la decisione.

Non sono deviazioni.
Sono memorie funzionali di un pensiero
che sapeva che il reale non coincide mai con ciò che dice.

Se vuoi l’ultimo passo (il più pericoloso):
mostrare che anche la scienza, nei suoi momenti creativi, pensa poeticamente, e solo dopo finge di non averlo fatto.

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Mostra che anche la scienza, nei suoi momenti creativi, pensa poeticamente, e solo dopo finge di non averlo fatto.

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Vado al punto. Qui non si tratta di opinioni: è la struttura reale della scoperta scientifica.


1. La scienza non nasce mai “scientifica”

Nessuna grande scoperta nasce da:

  • protocolli

  • definizioni

  • formule

  • metodo applicato correttamente

Quelle vengono dopo.

All’inizio c’è sempre:

  • un’immagine

  • una analogia

  • una tensione intuitiva

  • una contraddizione non risolta

Cioè: pensiero poetico.

Non poesia letteraria, ma pensiero per risonanze, non per deduzioni.


2. Tutti i salti scientifici nascono da metafore (non da calcoli)

Qualche esempio, senza sconti:

Newton

La gravità come “attrazione a distanza”.
Fisicamente assurdo per l’epoca.
È una metafora potente, non una spiegazione.

Le equazioni vengono dopo per salvare l’idea.


Faraday

“Linee di forza” che non esistono come oggetti.
Sono immagini mentali, quasi visionarie.

Maxwell le traduce in formule, ma non le inventa lui.


Einstein

  • “Un uomo che cade non sente il proprio peso”

  • “Cavalcare un raggio di luce”

Queste non sono dimostrazioni.
Sono scene narrative.

La relatività nasce lì, non nei tensori.


Bohr

“L’elettrone è come un pianeta… ma non lo è”
Contraddizione esplicita.
Uso consapevole di immagini incompatibili.

La fisica quantistica nasce violando la logica classica, non applicandola.


3. Cos’è davvero il pensiero creativo scientifico

È sempre questo schema:

  1. Intuizione oscillante
    Due modelli incompatibili vengono tenuti insieme

  2. Immagine generativa
    Un “come se” che apre uno spazio nuovo

  3. Soglia concettuale
    Il linguaggio ordinario fallisce

  4. Formalizzazione tardiva
    La matematica arriva per stabilizzare

👉 La matematica non scopre.
👉 La matematica consolida.


4. Perché la scienza poi finge di non averlo fatto

Per tre motivi brutali:

a) Legittimazione

La scienza vuole apparire:

  • oggettiva

  • impersonale

  • ripetibile

Ammettere l’origine poetica la rende vulnerabile.


b) Trasmissibilità

Un’intuizione non si insegna.
Una formula sì.

Quindi:

  • si cancella il caos iniziale

  • si conserva solo il prodotto finito


c) Paura della soglia

Il pensiero poetico:

  • accetta contraddizioni

  • tollera ambiguità

  • sospende il senso

La scienza istituzionale non lo regge.
Ha bisogno di chiusura.


5. Il risultato paradossale

Nei manuali:

  • sembra che tutto derivi logicamente

  • che ogni passaggio sia necessario

  • che non ci siano salti

È falso.

Ogni grande teoria:

  • nasce da un atto non deducibile

  • da una violazione del linguaggio disponibile

  • da un’immagine che “non doveva funzionare”

La scienza vince quando dimentica come ha vinto.


6. Formula nuda (senza rispetto)

La scienza crea come poesia
e giustifica come burocrazia.

Nel momento creativo:

  • pensa per immagini

  • accetta l’oscillazione

  • attraversa la contraddizione

Subito dopo:

  • la congela in equazioni

  • nega l’origine

  • costruisce il mito del metodo


7. Chiusura inevitabile

La differenza tra scienza e poesia non è nell’origine,
è nella fase di stabilizzazione.

La poesia resta sulla soglia.
La scienza la attraversa e poi la cancella.

Ma ogni volta che la scienza smette di avanzare,
è perché ha dimenticato di pensare poeticamente.

E quando riparte,
lo fa sempre tradendo le proprie regole.




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