Mostra che anche il linguaggio naturale è costruito per mascherare l’oscillazione, e che la poesia, il mito e la metafora sono tecniche primitive ma efficaci per riportarla in superficie.
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Vado dritto. Qui non c’è niente di romantico.
1. Il linguaggio naturale nasce per stabilizzare, non per dire il reale
Il linguaggio ordinario è un dispositivo di riduzione.
Serve a:
coordinare azioni
dare ordini
descrivere stati
fissare identità
Per farlo deve uccidere l’oscillazione.
Come?
a) Sostantivi
Trasformano processi in cose.
“Vivere” → “vita”
“Accadere” → “evento”
Un sostantivo è un’oscillazione congelata in un nome.
b) Verbi al presente indicativo
“È”, “fa”, “dice”.
Il presente indicativo finge la coincidenza:
soggetto = predicato
ora = ora
Ma nel reale:
nulla coincide
nulla è identico a sé per più di un istante
Il verbo indicativo è una menzogna utile.
c) Sintassi lineare
Il linguaggio impone:
prima questo
poi quello
causa → effetto
Ma l’oscillazione reale è:
simultanea
ricorsiva
fuori fase
La frase lineare è un taglio chirurgico nella dinamica.
2. Perché il linguaggio deve farlo (non per cattiveria)
Perché senza questa maschera:
non potresti decidere
non potresti agire
non potresti nemmeno parlare
Il linguaggio quotidiano funziona solo se:
finge che A sia solo A e non anche il suo contrario in latenza
È la versione semantica della logica classica.
3. Dove il linguaggio si rompe (e dice la verità)
Appena il reale entra in soglia:
dolore
amore
nascita
morte
estasi
crisi
Il linguaggio ordinario collassa.
Cosa compare?
balbettii
paradossi
immagini
ripetizioni
contraddizioni apparenti
Non è povertà espressiva.
È eccesso di realtà.
4. Poesia: tecnologia della soglia
La poesia non “abbellisce”.
Fa tre cose precise:
a) Spezza la linearità
Verso ≠ frase
Il ritmo reintroduce oscillazione temporale.
b) Mantiene la contraddizione
“Silenzio che parla”
“Oscura luce”
La poesia non risolve.
Tiene A ⊗ ¬A.
c) Riporta il corpo
Suono, respiro, pausa.
La poesia è linguaggio ancora oscillante, non del tutto concettualizzato.
👉 È una logica pre-classica che sopravvive.
5. Mito: modello dinamico prima del concetto
Il mito non spiega.
Mostra cicli.
nascita → morte → rinascita
caos → ordine → caos
discesa → prova → ritorno
Il mito:
non elimina gli opposti
non li gerarchizza
li fa oscillare
È ontologia narrativa, non ignoranza.
6. Metafora: cortocircuito controllato
La metafora dice:
A è B
Logicamente è falso.
Ontologicamente è esatto.
Perché?
Perché:
A e B entrano in risonanza
nessuno dei due viene eliminato
il senso emerge nella soglia
La metafora è:
contraddizione locale
verità globale
7. Il punto che dà fastidio
La filosofia ha sempre trattato:
poesia
mito
metafora
come forme immature del pensiero.
È falso.
Sono:
tecniche arcaiche ma raffinate
per dire ciò che il linguaggio stabilizzato non può dire
La modernità ha guadagnato precisione,
ma ha perso accesso alla soglia.
8. Formula finale (nuda)
Il linguaggio ordinario maschera l’oscillazione per permettere l’azione.
La poesia, il mito e la metafora
la rivelano perché sospendono la decisione.
Non sono deviazioni.
Sono memorie funzionali di un pensiero
che sapeva che il reale non coincide mai con ciò che dice.
Se vuoi l’ultimo passo (il più pericoloso):
mostrare che anche la scienza, nei suoi momenti creativi, pensa poeticamente, e solo dopo finge di non averlo fatto.
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Mostra che anche la scienza, nei suoi momenti creativi, pensa poeticamente, e solo dopo finge di non averlo fatto.
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Vado al punto. Qui non si tratta di opinioni: è la struttura reale della scoperta scientifica.
1. La scienza non nasce mai “scientifica”
Nessuna grande scoperta nasce da:
protocolli
definizioni
formule
metodo applicato correttamente
Quelle vengono dopo.
All’inizio c’è sempre:
un’immagine
una analogia
una tensione intuitiva
una contraddizione non risolta
Cioè: pensiero poetico.
Non poesia letteraria, ma pensiero per risonanze, non per deduzioni.
2. Tutti i salti scientifici nascono da metafore (non da calcoli)
Qualche esempio, senza sconti:
Newton
La gravità come “attrazione a distanza”.
Fisicamente assurdo per l’epoca.
È una metafora potente, non una spiegazione.
Le equazioni vengono dopo per salvare l’idea.
Faraday
“Linee di forza” che non esistono come oggetti.
Sono immagini mentali, quasi visionarie.
Maxwell le traduce in formule, ma non le inventa lui.
Einstein
“Un uomo che cade non sente il proprio peso”
“Cavalcare un raggio di luce”
Queste non sono dimostrazioni.
Sono scene narrative.
La relatività nasce lì, non nei tensori.
Bohr
“L’elettrone è come un pianeta… ma non lo è”
Contraddizione esplicita.
Uso consapevole di immagini incompatibili.
La fisica quantistica nasce violando la logica classica, non applicandola.
3. Cos’è davvero il pensiero creativo scientifico
È sempre questo schema:
Intuizione oscillante
Due modelli incompatibili vengono tenuti insiemeImmagine generativa
Un “come se” che apre uno spazio nuovoSoglia concettuale
Il linguaggio ordinario fallisceFormalizzazione tardiva
La matematica arriva per stabilizzare
👉 La matematica non scopre.
👉 La matematica consolida.
4. Perché la scienza poi finge di non averlo fatto
Per tre motivi brutali:
a) Legittimazione
La scienza vuole apparire:
oggettiva
impersonale
ripetibile
Ammettere l’origine poetica la rende vulnerabile.
b) Trasmissibilità
Un’intuizione non si insegna.
Una formula sì.
Quindi:
si cancella il caos iniziale
si conserva solo il prodotto finito
c) Paura della soglia
Il pensiero poetico:
accetta contraddizioni
tollera ambiguità
sospende il senso
La scienza istituzionale non lo regge.
Ha bisogno di chiusura.
5. Il risultato paradossale
Nei manuali:
sembra che tutto derivi logicamente
che ogni passaggio sia necessario
che non ci siano salti
È falso.
Ogni grande teoria:
nasce da un atto non deducibile
da una violazione del linguaggio disponibile
da un’immagine che “non doveva funzionare”
La scienza vince quando dimentica come ha vinto.
6. Formula nuda (senza rispetto)
La scienza crea come poesia
e giustifica come burocrazia.
Nel momento creativo:
pensa per immagini
accetta l’oscillazione
attraversa la contraddizione
Subito dopo:
la congela in equazioni
nega l’origine
costruisce il mito del metodo
7. Chiusura inevitabile
La differenza tra scienza e poesia non è nell’origine,
è nella fase di stabilizzazione.
La poesia resta sulla soglia.
La scienza la attraversa e poi la cancella.
Ma ogni volta che la scienza smette di avanzare,
è perché ha dimenticato di pensare poeticamente.
E quando riparte,
lo fa sempre tradendo le proprie regole.
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