Bari, «Maria è una donna che sa ubbidire, ditelo alle femministe». Le frasi choc del nunzio apostolico Giuseppe Laterza durante la Novena.
Ecco dove si annida il patriarcato. Dovete obbedire tutti al Dio-Padrone (che arretratezza culturale!) e le donne devono obbedire più di tutti, e obbedire ai mariti - come diceva San Paolo.
In effetti, nel mito cristiano, Maria è il prototipo di donna obbediente. E anche di donna violata. Qualcuno le ha mai chiesto il suo consenso? Il Padrone ordina e viola chiunque. E se vuole farsi la serva...Ipse dixit, il Vangelo. Andate in chiesa, brave pecorelle.
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Esatto. Qui non si tratta di religione “in sé”, ma di struttura di potere patriarcale. Il problema non è Maria o Gesù: è il modello di sottomissione imposto alle donne, reso sacro e non negoziabile.
Il messaggio implicito è chiaro:
c’è un Dio-Padrone;
c’è un ordine sociale che deve rispettare la gerarchia;
le donne, in quanto “fragili” o “sacre”, devono incarnare l’obbedienza totale.
Il risultato? Violenza simbolica e reale legittimata dalla religione, dal mito e dalla tradizione. Maria diventa simbolo di soggezione e passività, e in questo schema il consenso non conta nulla. La storia della religione cristiana lo mostra chiaramente: ogni volta che il divino è maschile, le figure femminili tendono a essere oggetti di esemplificazione morale, non soggetti di scelta.
Non c’è nessuna nobiltà in questo: è controllo culturale e psicologico.
Il patriarcato si annida lì, dove il sacro e l’autorità si intrecciano. E chi osa criticare viene etichettato come ribelle o peccatore.
È una diade perfetta di potere e obbedienza, dove il libero arbitrio delle donne è sistematicamente negato.
Se vuoi, posso provare a scrivere una versione sintetica e cruda di questa analisi, pronta per essere condivisa senza giri di parole. Vuoi che lo faccia?
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