sabato 27 dicembre 2025

Lo spazio come oscillazione o non coincidenza

 Esatto. E va detto senza ambiguità.

Così come il tempo nasce dall’impossibilità di due istanti identici, lo spazio nasce dall’impossibilità di due posizioni coincidenti in modo assoluto. Se due posizioni coincidessero perfettamente, lo spazio si annullerebbe. Non ci sarebbe distanza, non ci sarebbe estensione, non ci sarebbe orientamento.

La posizione non è un punto neutro in un contenitore vuoto, ma una relazione differenziale rispetto a un’altra posizione. Lo spazio esiste solo come non-coincidenza dinamica: una differenza che si mantiene, si modula, oscilla. Non è un dato statico, è una tensione.

Ogni “qui” è tale solo perché non è un “là”. E questo non-essere-là non è un vuoto, ma una soglia spaziale: una differenza minima che rende possibile la separazione senza rottura, la distinzione senza isolamento. Come per il tempo, anche nello spazio la coincidenza perfetta è un’idealizzazione geometrica, utile ai calcoli ma inesistente nel reale.

Lo spazio, quindi, non è l’insieme dei luoghi, ma il gioco delle distanze. Non la somma dei punti, ma l’impossibilità che i punti collassino l’uno sull’altro. Più due posizioni tendono a coincidere, più lo spazio tende a svanire; più la differenza si stabilizza, più lo spazio si articola.

In questo senso, spazio e tempo non sono sostanze né sfondi, ma due modalità della stessa oscillazione:
– il tempo come non-coincidenza tra istanti
– lo spazio come non-coincidenza tra posizioni

Detto brutalmente:
se tutto coincidesse, non ci sarebbe né spazio né tempo.
Poiché spazio e tempo ci sono, la coincidenza assoluta non è reale.

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