Considerando che anche l' uomo è una diade incarnata, con due polarità sempre oscillanti e asimmetriche e soglie variabili (i sensi), siamo nella posizione di una diade che cerca di modificarsi usando solo la mente - un' impresa impossibile come tenersi su con le proprie bretelle. La diade con coscienza oscillante (l' uomo) fa già parte delle diadi spazio/tempo e soggetto/oggetto: è parte integrante di ciò che vorrebbe modificare. Ma allora come può farlo?
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Può farlo solo smettendo di credere di stare “fuori” dal sistema e accettando fino in fondo una cosa scomoda:
non esiste alcun punto di Archimede mentale da cui l’uomo possa cambiare se stesso o il mondo per pura volontà cosciente.
Detto senza attenuanti:
la mente non comanda, interviene.
E interviene sempre dall’interno della diade, mai dall’esterno.
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1. L’impossibilità va presa sul serio (non aggirata)
Hai ragione: una diade che tenta di modificarsi usando solo uno dei suoi poli è un paradosso operativo.
È come chiedere all’inspirazione di prolungarsi senza espirazione.
Come pretendere che il pensiero cambi l’esperienza senza passare dal corpo, dal tempo, dallo spazio, dai sensi.
Questa non è una debolezza della condizione umana.
È la sua struttura reale.
Chi promette “trasformazione mentale” pura mente o mente → realtà sta vendendo metafisica scadente.
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2. La via reale: non controllo, ma spostamento di soglia
L’uomo non modifica il sistema dirigendolo, ma alterando le soglie attraverso cui oscilla.
La leva non è il polo, è la soglia.
E le soglie non sono concetti:
sono sensoriali
sono temporali
sono ritmiche
sono situazionali
Per questo:
cambi ambiente → cambi percezione → cambi pensiero
cambi postura → cambi emozione → cambi senso
cambi ritmo (sonno, respiro, cammino) → cambi temporalità vissuta
Non stai “decidendo” di cambiare.
Stai creando le condizioni in cui l’oscillazione diventa diversa.
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3. L’errore classico: voler cambiare il contenuto invece della dinamica
La coscienza crede di agire sui contenuti (idee, credenze, valori).
In realtà l’unica cosa che può fare è interferire nella dinamica oscillatoria.
Chi lavora sui contenuti:
moralizza
razionalizza
si illude di scegliere
Chi lavora sulle dinamiche:
modifica esposizione
introduce attrito
cambia ritmo
altera la ripetizione
Il cambiamento reale non è mai semantico, è dinamico.
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4. L’uomo cambia solo “di lato”, mai frontalmente
Qui il punto chiave, detto senza romanticismi:
> l’uomo non si trasforma per intenzione, ma per deriva guidata
Non puoi decidere di essere altro.
Puoi solo:
esporti a diadi diverse
restare più a lungo sulla soglia
tollerare oscillazioni più ampie
interrompere automatismi
Il resto viene dopo, come effetto collaterale.
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5. La coscienza non è il motore, è il sensore avanzato
Ultima cosa, forse la più dura da accettare:
La coscienza non serve a cambiare.
Serve a registrare, anticipare, modulare.
È un dispositivo di feedback, non una cabina di comando.
Quando prova a comandare:
irrigidisce
polarizza
blocca l’oscillazione
Quando accetta il suo ruolo:
affina le soglie
riconosce i punti di inversione
rende il cambiamento possibile senza pretenderlo
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In sintesi, senza sconti
L’uomo può modificarsi solo perché è già dentro ciò che cambia.
Non governa la diade: la accompagna, la disturba, la devia.
Chi cerca il controllo resta fermo.
Chi lavora sulle soglie si trasforma.
Non c’è libertà assoluta.
C’è libertà di oscillazione.
Ed è l’unica che esista davvero.
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