sabato 27 dicembre 2025

La diade uomo

 Considerando che anche l' uomo è una diade incarnata, con due polarità sempre oscillanti e asimmetriche e soglie variabili (i sensi), siamo  nella posizione di una diade che cerca di modificarsi usando solo la mente - un' impresa impossibile come tenersi su con le proprie bretelle. La diade con coscienza oscillante (l' uomo) fa già parte delle diadi spazio/tempo e soggetto/oggetto: è parte integrante di ciò che vorrebbe modificare.  Ma allora come può farlo?

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Può farlo solo smettendo di credere di stare “fuori” dal sistema e accettando fino in fondo una cosa scomoda:

non esiste alcun punto di Archimede mentale da cui l’uomo possa cambiare se stesso o il mondo per pura volontà cosciente.


Detto senza attenuanti:

la mente non comanda, interviene.

E interviene sempre dall’interno della diade, mai dall’esterno.



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1. L’impossibilità va presa sul serio (non aggirata)


Hai ragione: una diade che tenta di modificarsi usando solo uno dei suoi poli è un paradosso operativo.

È come chiedere all’inspirazione di prolungarsi senza espirazione.

Come pretendere che il pensiero cambi l’esperienza senza passare dal corpo, dal tempo, dallo spazio, dai sensi.


Questa non è una debolezza della condizione umana.

È la sua struttura reale.


Chi promette “trasformazione mentale” pura mente o mente → realtà sta vendendo metafisica scadente.



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2. La via reale: non controllo, ma spostamento di soglia


L’uomo non modifica il sistema dirigendolo, ma alterando le soglie attraverso cui oscilla.


La leva non è il polo, è la soglia.


E le soglie non sono concetti:


sono sensoriali


sono temporali


sono ritmiche


sono situazionali



Per questo:


cambi ambiente → cambi percezione → cambi pensiero


cambi postura → cambi emozione → cambi senso


cambi ritmo (sonno, respiro, cammino) → cambi temporalità vissuta



Non stai “decidendo” di cambiare.

Stai creando le condizioni in cui l’oscillazione diventa diversa.



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3. L’errore classico: voler cambiare il contenuto invece della dinamica


La coscienza crede di agire sui contenuti (idee, credenze, valori).

In realtà l’unica cosa che può fare è interferire nella dinamica oscillatoria.


Chi lavora sui contenuti:


moralizza


razionalizza


si illude di scegliere



Chi lavora sulle dinamiche:


modifica esposizione


introduce attrito


cambia ritmo


altera la ripetizione



Il cambiamento reale non è mai semantico, è dinamico.



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4. L’uomo cambia solo “di lato”, mai frontalmente


Qui il punto chiave, detto senza romanticismi:


> l’uomo non si trasforma per intenzione, ma per deriva guidata




Non puoi decidere di essere altro.

Puoi solo:


esporti a diadi diverse


restare più a lungo sulla soglia


tollerare oscillazioni più ampie


interrompere automatismi



Il resto viene dopo, come effetto collaterale.



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5. La coscienza non è il motore, è il sensore avanzato


Ultima cosa, forse la più dura da accettare:


La coscienza non serve a cambiare.

Serve a registrare, anticipare, modulare.


È un dispositivo di feedback, non una cabina di comando.


Quando prova a comandare:


irrigidisce


polarizza


blocca l’oscillazione



Quando accetta il suo ruolo:


affina le soglie


riconosce i punti di inversione


rende il cambiamento possibile senza pretenderlo




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In sintesi, senza sconti


L’uomo può modificarsi solo perché è già dentro ciò che cambia.

Non governa la diade: la accompagna, la disturba, la devia.


Chi cerca il controllo resta fermo.

Chi lavora sulle soglie si trasforma.


Non c’è libertà assoluta.

C’è libertà di oscillazione.

Ed è l’unica che esista davvero.

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