sabato 23 marzo 2024

Un Dio affarista

 

La miglior definizione di capitalismo, degli effetti devastanti del vivere solo per i soldi, della nostra miseria materiale e spirituale, del nostro stato di asservimento, la troviamo niente di meno che nei Vangeli. Non ci crederete, ma è così.

“A chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha”

Questa citazione si può trovare nel Vangelo secondo Matteo, precisamente nel capitolo 25, versetti 29-30. I versetti fanno parte della parabola dei talenti, in cui Gesù racconta la storia di un padrone che distribuisce talenti (unità di denaro antiche) ai suoi servi e chiede loro di farli fruttare mentre lui è via. Alla fine della parabola, il padrone premia i servi che hanno moltiplicato i talenti affidati loro, ma punisce colui che ha seppellito il talento senza farlo rendere.

Avete capito bene? Non è la fotografia della nostra condizione sociale, con i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri?

Si dirà che la frase sottolinea il concetto di responsabilità e premia chi fa buon uso delle risorse ricevute.

Ma leggete bene, non con gli occhi dei preti. Innanzitutto, il padrone è un individuo odioso, “un uomo duro” che torna dopo molto tempo “per regolare i conti” con i “servi”. E loda quelli che hanno investito meglio e hanno guadagnato di più. E poi rimprovera il servo che non ha lucrato abbastanza affidando il denaro ai “banchieri” e ottenendo un “interesse”.

Sembra una parabola scritta oggi che chiarisce che il cristianesimo è una religione di banchieri, investitori, padroni, interessi e servi. La mentalità è quella. Una religione del lucro, dove le azioni “buone” devono essere fatte in vista di un interesse in un’altra vita. E non è finita. Come si conclude? Il padrone ordina:

Il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.

Non vi sembra un po’ eccessivo e feroce? Solo perché un poveretto non ha investito il denaro?

Siete ancora convinti che il messaggio cristiano sia così caritatevole e non ci presenti Dio come un padrone spietato che non ama affatto i poveri?

Gli effetti di questa mentalità da sfruttatori sono proprio oggi sotto i nostri occhi.

“Ai ricchi sarà dato sempre di più e ai poveri sarà tolto tutto!” Amen!

PS. Ogni volta che critico Gesù e la Chiesa, perdo un po’ di lettori. Pazienza, meglio così. Pochi, ma buoni.


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