C’è un’unica struttura che fa
funzionare l’Universo; una struttura che va dalle particelle elementari alle
attività mentali. Sempre la stessa. La creazione – o per meglio dire
l’emersione - dell’Universo non è molto originale. Anzi, lavora al risparmio:
minimo sforzo per massimo risultato.
E quindi segue lo stesso schema
dappertutto, nel mondo fisico e nel mondo spirituale, costituito da percezioni,
sensazioni, pensieri, sentimenti, emozioni ed eventi d’ogni genere (karmici).
Replica un unico modello dappertutto, dal moto delle forze fisiche al moto
della coscienza: così fuori come dentro. Un modello che parte dalle
fluttuazioni quantistiche ed arriva al mondo di oggi.
Questa struttura è una diade, ossia
una coppia di polarità legate insieme, uguali per intensità ma contrarie per
senso o direzione. Ed è ben rappresentata dal simbolo dinamico dello yang/yin,
un’unità nella differenziazione e un contrasto nell’unione, concordi nella
discordia, ma discordi nella armonia o complementarità.
Una diade è un termine utilizzato in diversi contesti per indicare un insieme o una coppia di elementi o individui collegati o correlati in qualche modo. Ad esempio, in musicologia una diade si riferisce a una coppia di note suonate insieme, mentre in psicologia può indicare una relazione o interazione tra due persone o individui.
L’armonia viene dal fatto che i due
poli sono contrastanti ma uguali, l’uno l’opposto dell’altro. Si combattono, ma
non possono fare a meno l’uno dell’altro. Pensate a un matrimonio fra maschile
e femminile, ad uno scontro fra due pugili che lottano sullo stesso ring ma che
sono uniti dal match, all’esterno o all’interno di un guanto o di un essere umano.
Sono l’uno l’opposto dell’altro, ma l’uno dipendente dall’altro. Si odiano e si
amano, così come succede nella vita, in cui tutto è conflitto armonico o
armonia conflittuale.
Questo tipo di struttura ricorda l’insieme
delle spinte e controspinte nella costruzione di un ponte – un ponte che unisce
due sponde ma che le separa. Una struttura che permette l’equilibrio di quella
immensa costruzione che è il cosmo. Il ponte può oscillare, ma entro certi
limiti; le spinte e le controspinte sono variabili dinamiche che devono trovare
un equilibrio, o tutto collassa.
Questa struttura diadica è presente
nel mondo esterno come in quello interno, nelle stelle come nella coscienza. E
anche nel nostro corpo, che ha due cervelli (fisici e mentali), due occhi, due
orecchie, due braccia, due gambe, ecc. e due lati della faccia, simmetrici sì
ma non uguali, discordi quel tanto per differenziarsi ma non tanto per
separarsi.
La coscienza emerge da questo dualismo.
È come se fossimo due persone che si controllano a vicenda, due persone in una,
due gemelli siamesi che hanno in comune il corpo, che sono condannai a stare
insieme ma che vorrebbero separarsi.
Pensiamo alle emozioni, che già nel
nome indicano un movimento. Se avessimo sempre uno stesso stato d’animo, non
avremmo emozioni, e il nostro mondo sarebbe statico, non dinamico.
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