giovedì 21 marzo 2024

Esperienze di quasi-morte

 

Il paradosso è che della morte possono parlare solo i vivi, che non la conoscono. I morti voi li avete mai sentiti parlare? Qualcuno dice che è morto per qualche minuto, ha avuto certe esperienze dell’aldilà, e poi è tornato a vivere. Ma resta il fatto che ha raccontato queste cose da vivo, non da morto, e quindi non si può dire che sia veramente morto… definitivamente.

Ma può esistere una morte temporanea, o si sono semplicemente aperte le porte dell’inconscio in quel breve periodo prima della morte? Si può morire per un po’? Se fosse possibile, tutti vorremmo provare. Però ci vogliono una malattia, un incidente o un’operazione… insomma situazioni estreme.

Allora perché non credere alle esperienze di quasi-morte di sciamani, mistici, yoghi, profeti o di certi meditanti? A pensarci bene, ci sono molte esperienze di quasi-morte. Gesù si diceva che era morto, ma a un certo punto è tornato come se nulla fosse, e quasi non lo riconoscevano. Ma non ha raccontato nulla dell’aldilà, e poi è morto di nuovo. È ri-morto. E così Lazzaro, resuscitato, non ha detto nulla della morte. E poi che cosa ha fatto? È morto di nuovo? Mi sembra un po’ ridicolo.

Eppure la morte è inevitabile. Se sei vivo, è certo che morirai. Questa – vita/morte - è una diade fondamentale, Ma, in come tutte le diadi (cioè situazioni di polarità uguali e contrarie), un po’ le subiamo e un po’ le creiamo. Le subiamo perché non vogliamo morire (ma abbiamo forse voluto nascere? Qualcuno ci ha interpellato?) A me non risulta. Mi sono trovato “gettato” (come dicono gli esistenzialisti) in un mondo che non mi piace e, per di più, adesso mi tocca morire. Altro che dono! Una doppia imposizione. Ora mi tocca vivere, ora mi tocca morire. Se ci fosse un Dio che avesse architettato tutto questo andare e venire, gli direi: “Io non ci sto! Potevi risparmiarti la fatica!”

“Aiuto, fatemi scendere!” diceva Woody Allen. Ma non si può: nessuno sceglie. Sono i nostri genitori che, per il loro piacere, ci hanno catapultati qua dentro. Grazie, ma preferisco di no! Però ora siamo in ballo e dobbiamo ballare.

La vita è un esame, come dicono certi credenti? Ma perché mai dovrei affrontare un esame? Io non amo gli esami.

Saul Bellow scriveva che la morte è come il fondo scuro di uno specchio che serve a vedere qualcosa. Ma, se devo vedere la mia faccia, non ci tengo affatto. Comunque, anche lui conferma la struttura antinomica della realtà. La vita per la morte e la morte per la vita: un ciclo perfetto – perfettamente inutile.

Ci vogliono due mani per applaudire. Ma i maestri zen si e vi domandavano: ascolta il battito di una mano sola!

Ora il dubbio terribile che mi si affaccia è proprio questo: che abbia creato o voluto io questo pasticcio? Perché un Dio perfetto non sarebbe così stupido da creare una cosa del genere. Sarebbe un po’ come l’apprendista stregone, che rimase vittima dei propri esperimenti. Io non voglio dar la colpa a nessuno. E allora concludo che forse è colpa mia. Sono prigioniero di un buco nero in cui mi sono infilato io stesso.

Tutto, pur di salvare la faccia a Dio!

 

2 commenti:

  1. Grazie per questo post, vorrei proprio un suo parere per quanto riguarda appunto gli stati di pre morte e contatti medianici eccetera, pare che vi siano oltre 30.ooo pagine di letteratura a proposito, e poi si dice che da morti saremo pure interrogati, ma da chi e perche'? Poi si parla di astrale negativo che se al momento della morte se non lo si supera allora si rimane imprigionati inevitabilmente, e poi ancora l'incontro con parenti e santi di ogni tipo, ma come dice lei forse non e' ancora vera morte, finche' il sangue e' ancora caldo il cervello puo' tutto, ma dopo? MI chiedo se e' gia difficile vivere e' possibile che pure la morte sia cosi faticosa?

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    1. Ho paura di sì. La nascita è faticosa (soffrono madre e figlio), la vita è faticosa e piena di inevitabili sofferenze (malattie, conflitti, vecchiaia...) e vuole che la morte non sia faticosa? Ho visto gente morire e le assicuro che è una sofferenza per tutti, per chi muore e per chi sta loro accanto. Non creda a tutte le scemenze che trova su Internet: ci sono migliaia di post di gente che dice di aver incontrato i marziani, gli angeli, i parenti e qualche figura religiosa. .Ma sono tutte nella loro mente, nel loro inconscio. E tutti dicono di non aver voluto ritornare volentieri, tanto è spaventosa la vita. Ma le loro esperienze sono come sogni, senza capo né coda, e sembrano tutti drogati (forse per effetto degli anestetici). E non ci dicono nulla di che cosa succede dopo quei primi momenti. Quindi non creda a nessuno. I veri morti non tornano! Del resto gli uomini hanno immaginato il paradiso ma anche l'inferno.
      Non c'è nessuno che interroga (come si permetterebbe?) e giudica, ma ognuno si rende conto, con una coscienza allargata, di cosa ha fatto o non fatto.
      Ma non c'è che l'esperienza diretta, fatta in prima persona. Quando moriremo, sapremo... o non sapremo più nulla. Epicuro diceva: "Quando ci sono io, non c'è la morte. Quando c'è la morte, non ci sono io": e quindi cosa devo temere?
      Provi anche lei a stare senza io: quella è la morte.

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