Nihil novi sub sole
Ci arrabattiamo tanto con fedi, religioni,
filosofie, dubbi e mitologie, ma se mettiamo insieme tre leggi della fisica,
abbiamo una descrizione del funzionamento del tutto. Tralasciando il fatto che
si applicano a campi diversi della fisica, applichiamole anche al mondo della
mente (o mondo interiore) e al mondo degli eventi. Le tre leggi sono: la terza
legge di Newton, la legge di Coulomb e la prima legge della termodinamica.
La prima dice: ad ogni azione
corrisponde una reazione uguale (per intensità, per carica) ma opposta per
direzione (o senso).
La seconda dice: gli opposti si
attraggono e gli uguali si respingono.
La terza dice: nulla si crea, nulla si
distrugge, ma tutto si trasforma.
Se applichiamo queste leggi ad ogni
aspetto del mondo, scopriamo non solo che sono collegate, ma anche che ci
spiegano come è fatto il mondo. In particolare ci dicono perché la struttura
basilare di tutto è ciò che chiamiamo diade. Come è fatta una diade? Da due
forze che si attraggono perché sono opposte (per direzione o senso), ma che si
respingono perché hanno la stessa intensità o carica. Una perfetta
contraddizione.
Comunque dobbiamo pensare che il mondo non
è linearmente logico come lo intendiamo noi (rispondendo al principio di non
contraddizione), ma basato sulla contraddizione antinomica. In altri termini,
le cose stanno insieme in quanto sono opposte, ma si respingono perché sono
uguali. Il che ci descrive l’ambiguità delle cose, che sono e non sono nello
stesso tempo.
Per esempio, l’amore e l’odio stanno
insieme perché sono forze opposte (come il bene e il male, il freddo e il caldo,
il maschile e il femminile, ecc.), ma si respingono perché sono uguali per
carica o intensità (si contrappongono o “litigano” di continuo).
Non sappiamo dire quale sia l’azione e
quale la reazione, in quanto il movimento è oscillatorio e ciclico, cioè è un
processo, non un ente, e i due poli si scambiano continuamente i ruoli. Il
tutto è ben rappresentato dall’antico simbolo dinamico dello yang/yin, che vede
due polarità unite in un unico ciclo, ma contrapposte per senso. È questo
schema che dà dinamismo al mondo, il quale è composto da diadi che
rappresentano spinte e controspinte, e che tengono in equilibrio l’architettura
cosmica.
Le spinte e controspinte devono
bilanciarsi, pur variando nelle proporzioni delle due polarità, ma nessuna
delle due può prevalere o essere sconfitta completamente, pena il collasso della
diade. In sostanza, è il principio dell’equilibrio dinamico. Da notare che questo
schema si ripete sia in diadi diverse sia all’interno della stessa diade.
Ossia, siamo divisi nell’unità e uniti nella diversità. Concordi nella discordia,
ma discordi nella concordia: come le coppie umane.
La prova? Ogni uomo è diviso sia dagli
altri uomini sia in se stesso (con due emisferi cerebrali e la differenziazione
tra sé e sé, che è all’origine della coscienza e della contrapposizione fra
conscio e inconscio). Non si sfugge allo schema della diade, che si trova in
infinite antinomie dinamiche, come pressione e decompressione, aumento e
diminuzione, crescita e decrescita, premere e tirare, aprire e chiudere… tutto
duale, tutto a coppie.
I verbi aprire e chiudere mi ricordano le
porte e le finestre. Ma nessuno le tiene sempre aperte o chiuse: non
servirebbero a niente. Le porte e le finestre a questo servono: ad aprire e a chiudere.
Sono oggetti che esprimono funzioni, movimenti. Come i portali moderni, che
servono ad entrare e/o ad uscire dai siti internet. A dividere o a unire.
Ma noi non inventiamo mai niente di nuovo:
ci limitiamo a dare nuove funzioni a cose vecchie. I portali sono sempre
esistiti: solo che un tempo erano materiali. Così, quando le teorie scientifiche
usano termini come inizio o fine, nulla o tutto, vuoto o pieno, ecc., che
esistono da millenni, da quando è nato il linguaggio-pensiero umano, non
inventano nulla di nuovo, ma esprimono con concetti vecchi funzioni nuove.
Sono ben poche le vere invenzioni di cose
nuove, perché per inventare cose nuove, occorrono pensieri e concetti nuovi. E,
quando appaiono i pensieri, i concetti e le parole veramente nuove, appaiono le
cose che non sono ancora esistite, ma erano comunque già presenti nel campo
delle possibilità. Anche l’idea che il pensiero possa influire sulla materia (fisica
quantistica) è vecchio quanto il mondo.
Ci hanno provato tutti: gli stregoni, gli
sciamani, i maghi, gli yoghi, i profeti… solo che non avevano ancora i mezzi.
Ma la fisica quantistica ha finalmente dato corpo a vecchi sogni, così come le “macchine
volanti” moderne erano state sognate per millenni da civiltà antiche.
Ricordiamo, fra parentesi, i disegni su certi monumenti antichi, le fantasie
del volo umano, il “mondo dei sogni” degli aborigeni australiani, le figure
delle civiltà precolombiane, le fantasie del Ramayana indù, i prodigi delle
favole, ecc. Era già tutto nel mondo delle possibilità, nella nuvola delle
potenzialità.
Lo stesso concetto di diade ha radici nell’antica
filosofia greca e nelle antiche filosofie indiana e cinese. Il simbolo dello
yang/yin viene dall’antico Taoismo cinese.
Anch’io non invento nulla: rimoderno.
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