lunedì 4 marzo 2024

Il conflitto delle antinomie

 

Se i poli contrapposti e complementari sono due aspetti di un’unica realtà, come le due facce di una medaglia che ruota su se stessa o come l’esterno o l’interno di un guanto, come possiamo definire questa realtà? Per esempio, noi sappiamo che l’inspirazione e l’espirazione sono due aspetti o movimenti di un unico processo che chiamiamo respirazione. Ma per tutte le altre antinomie non abbiamo la definizione dell’insieme. Come chiamare l’amore/odio, il bene/male, il morale/immorale o il mortale/immortale? Non abbiamo parole unitarie.

Eppure le polarità che ruotano (restringendosi o allargandosi, scambiandosi i ruoli) sono sempre due e sono complementari: quindi formano un tutt’uno. Ma noi non riusciamo a vedere l’insieme, scorgendo di volta in volta un lato o l’altro, e intuendo a stento che costituiscono un unico processo. Eppure i due aspetti sono legati, sono entangled, nel senso che i loro moti sono complementari e subiscono la stessa sorte. Se muore l’uno, muore anche l’altro, se vive l’uno vive anche l’altro, come due coniugi uniti per la vita e per la morte, per il piacere e per il dolore.

Però sono anche contrari e complementari, come il maschile e il femminile. E sono una coppia che litiga di continuo, ma i cui membri devono compensarsi e devono sostenersi a vicenda.

Se tutte le polarità si comportano così, capiamo perché in questa vita il successo e l’insuccesso, la crescita e la decrescita, l’acquisizione e la perdita, ecc., si compensano a vicenda e sostengono l’opposto.

È come se si combattessero ma nello stesso tempo giustificassero l’altro. Sono come due pugili che lottano l’uno contro l’altro, ma che non esisterebbero senza l’avversario. Infatti entrambi vivono per il match. Senza il pugilato, non sarebbero niente.

Ma allora il terzo elemento, quello che cercavamo di definire. è il match stesso. È per il match che i due pugili competono fra di loro. Però, per il match la loro contrapposizione è una necessità, e i due sono d’accordo su questo. Concordia/discors e discordia/concors.

È per il match che i due si affrontano: sono avversari che sono d’accordo nell’effettuare il match.

Dunque, l’elemento terzo che li unisce è un processo di cui non conosciamo il nome e spesso neppure il concetto, ma che si presenta ora sotto un aspetto e ora sotto l’altro. Alla base c’è un processo che è sempre in movimento, attivo, che non si ferma mai e vorrebbe tendenzialmente proseguire all’infinito, perché, quando uno dei due vincesse… quel match non ci sarebbe più.

Oppure è il conflitto guardie/ladri i cui componenti hanno bisogno degli avversari per realizzarsi.

Questo è il mondo delle antinomie, costituito da trottole che ruotano di continuo per restare vive e che hanno al loro interno due polarità che si contrastano ma sono complementari.

E avviene così per tutte le forze, fisiche e mentali, fin dalla prima coppia di particella e antiparticella.

Ora, nella fisica delle particelle, siamo in grado di osservarle e misurarle, determinando la loro forma – se onda o puntino. Ma anche nel mondo mentale abbiamo un osservatore o testimone, la coscienza che è in grado di nominarle-crearle dando loro un significato. È vero che non possiamo misurarle matematicamente, ma siamo in grado di sentirle e provarle.

Io so se sono arrabbiato, innamorato, geloso, annoiato o calmo, perché sperimento queste percezioni-sensazioni. E, se le esperisco con l’apparato sensoriale e la consapevolezza, vuol dire che ci sono. Se invece non le esperissi, è come se non ci fossero. Se poi non ne fossi cosciente, potrebbero esserci a livello inconscio.

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