Eravamo in buoni rapporti con la
natura, e nostri dei erano il gran teatro delle forze naturali: la terra, il
cielo, la luna, il fulmine, il sole, la morte, il mare, i terremoti, i venti,
il fuoco, l’amore, la bellezza, l’agricoltura, le foreste, gli alberi, le
sorgenti, i fiumi, i commerci, i viaggi, il focolare domestico, ecc. E noi li
pregavamo sentendoci più sicuri, in armonia con ciò che ci circondava.
Ma poi è arrivato il dio cristiano
che ha imposto all’uomo di soggiogare e dominare la natura, gli
animali e la donna. Ed è incominciata la volontà di potenza. E lo scempio
dell’ambiente. E la guerra di tutti contro tutto. E si rotto l’incanto.
Poi, il cristianesimo ha
portato anche il senso di essere un individuo, separato dalla natura, dagli
altri e dalla società.
Per sé = persona. Mentre l’uomo
nasce sempre da una relazione ed è sempre in relazione, con gli altri e con se
stesso. Ed eccoci qua, monadi isolate e senza empatia, ma solo informazione e
comunicazione.
Il concetto di “anima” ci ha reso
stranieri su questa terra. E ci ha fatto dimenticare che la nostra identità
viene dall’altro e anche noi siamo natura.
L‘uomo appartiene alla catena
evolutiva, non ne è il dominatore.
Il Dio biblico, con il suo invito a
dominare, ha scatenato la guerra contro la natura – e dunque contro noi stessi –
che ci sta portando verso l’autodistruzione. Quando ci libereremo di influenze
così nefaste?
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