Come
abbiamo spiegato, le forze complementari sono coppie di concetti, di elementi,
di enti o di eventi che si completano a vicenda, creando un equilibrio o un
insieme “armonioso”. Queste forze spesso rappresentano dualità o polarità, e la
loro interazione è fondamentale per il funzionamento dell’universo. Ecco alcuni
esempi di forze complementari:
Yin e Yang: Come discusso in precedenza, Yin e Yang sono forze complementari nella
filosofia cinese. Rappresentano l’equilibrio tra il maschile e il femminile, la
luce e l’oscurità, l’attività e la quiete.
Caldo e Freddo: Queste due forze opposte definiscono la temperatura.
Il caldo e il freddo si bilanciano a seconda delle circostanze e delle
stagioni.
Luce e Ombra: La luce e l’ombra sono complementari nell’esperienza
visiva. Senza l’una, l’altra non avrebbe significato.
Vita e Morte: Queste forze rappresentano il ciclo naturale
dell’esistenza. La vita e la morte si completano a vicenda.
Mascolinità e Femminilità: Oltre al significato biologico, queste forze
rappresentano anche tratti di personalità e modi di essere, presenti in tutti.
Cielo e Terra: Il cielo rappresenta l’alto, lo spirituale e
l’eterno, mentre la terra rappresenta il basso, il materiale e il finito.
Dolce e Salato: Questi sapori opposti si combinano per creare una
varietà di esperienze gustative.
Amore e Odio: Queste emozioni estreme sono spesso considerate
forze complementari, poiché l’amore può trasformarsi in odio e viceversa.
Positivo
e Negativo: Hanno mille significati,
dalla fisica all’etica.
Soggettivo
e Oggettivo: L’uno non potrebbe
esistere senza l’altro. E dunque dobbiamo ammettere che sono sempre mescolati
(oscillano) in proporzioni o quantità diverse.
Inizio
e Fine: Se pensiamo l’uno,
dobbiamo pensare anche l’altro.
Interiorità
ed Esteriorità o Forma e Sostanza:
Potremmo pensare un guanto, un vaso o un qualunque oggetto dotato solo di una
delle due polarità?
Vuoto
e Pieno: Idem come sopra.
Dentro e Fuori: Idem come sopra.
Inspirazione ed Espirazione: Idem come sopra.
Assoluto e Relativo: Idem.
In sintesi, le forze complementari sono parte
integrante della nostra comprensione del mondo, dell’universo e di noi stessi,
e la loro interazione crea un equilibrio dinamico. Ma non solo questo. Dobbiamo
pensare che sono come due aspetti di un unico ente, come le due facce di una
medaglia. Una medaglia che però non sappiamo definire – perché è una realtà
che li comprende entrambi.
Noi
in sostanza siamo convinti che si escludano a vicenda – mentre si sostengono e
si determinano a vicenda.
Questo
significa che ci consideriamo erroneamente dentro una realtà di cui
siamo in realtà anche artefici. E quindi siamo dentro e fuori
contemporaneamente, soggetti e oggetti contemporaneamente, vivi e morti
contemporaneamente, come il gatto della fisica quantistica… ma secondo
proporzioni oscillanti. Infatti, se dico che tutto è relativo basandomi sulla
mia esperienza, enuncio nello stesso tempo un principio assoluto e quindi pongo
in essere la polarità opposta.
In
tal caso la polarità opposta è provata, anche se non concretamente accertata.
Allora
qual è l’ente che può presentarsi con due facce opposte pur rimanendo unito?
È qualcosa di simile a una moneta che può ruotare su se stessa mostrando ora
una faccia ora l’altra, oppure qualcosa di simile al simbolo dello yang/yin
dinamico o allo spin di un elettrone che è, in
meccanica quantistica, una quantità
che descrive un momento angolare meccanico classico basato sul movimento
rotazionale di una massa.
Insomma tutto si
muove, cambia e pulsa di vita o di energia. Sia le forze fisiche sia le forze
psichiche. Ma questo significa che tutte le antinomie considerate sono reali ad
entrambi i livelli e si intrecciano fra di loro. L’importante è accertare con
le percezioni e le relative sensazioni che almeno dei due poli sia reale. Per
esempio, se sappiamo che è reale la mortalità (è accertabile), è sicuro che
esista l’immortalità, anche se non possiamo dire in quale forma.
Se invece prendiamo
un’antinomia di cui nessuno dei poli è accertato concretamente (come
dio/diavolo), non possiamo dire nulla della sua realtà. Questa può essere una
fantasia.
Si dirà che la
mortalità è un concetto astratto, dato che noi conosciamo solo degli enti che
muoiono, ma un concetto astratto derivato da tutte le nostre esperienze di
morti, è senz’altro valido. È un’astrazione che punta a dati reali.
Questo è un principio
di predicibilità di polarità complementari legate in un’antinomia. Se esiste l’una,
esiste l’altra.
Ma a noi interessa
prevedere anche gli eventi, nell’ipotesi che siano forze o movimenti che
seguano anch’essi il principio di oscillazione. In questo caso, uno dei due
elementi è sicuramente avvenuto, ma non sappiamo né le cause precedenti né le
conseguenze. Possiamo prevederle?
Secondo la credenza classica,
un’azione buona dovrebbe produrre un merito o una conseguenza altrettanto
buona. Ma noi abbiamo detto che la reazione deve essere sì uguale per forza, ma
contraria per senso-significato-conseguenze. Quindi un’azione “buona”
deve produrre una reazione “cattiva”. Come provarlo? Osservando attentamente –
cosa che di solito non facciamo.
Facciamo una piccola
azione di beneficenza, e attendiamo la reazione – entro poco tempo (24 ore).
Avremo un piccolo incidente o qualche avvenimento spiacevole o negativo.
Provare per credere.
La reazione negativa
non deve accadere necessariamente a noi, ma nel nostro entourage o campo vitale
(persone che sono legate a noi).
Poi compiamo un’azione
negativa (neghiamo l’elemosina) e vediamo cosa succede.
Se a ogni azione
segue una reazione uguale e contraria, anche nel campo delle azioni umane,
dovrebbe succedere lo stesso. Non sono forze come tutte le altre?
Il principio dell’equilibrio dinamico non ha niente a che fare con l’etica o con un Dio regolatore, ma è un principio fisico che serve a tenere in equilibrio l’universo, che altrimenti collasserebbe. Per esempio, un terremoto serve a tenere in armonia le forze telluriche, ma non si cura degli esseri viventi che vengono travolti o schiacciati. E così il moto di stelle, pianeti, galassie e pianeti. Non c’è un principio antropomorfo. C’è un principio fisico.
Come dice il Tao Te Ching nel capitolo quinto: "Il cielo e la terra sono inumani: trattano i diecimila esseri come cani di paglia". Il nostro delirio di onnipotenza ci fa dimenticare che le sorti dell'uomo non sono nelle sue mani e neppure sono protette dallo sguardo benevolo di un Dio (come ritengono i credenti), ma custodite da una natura indifferente.
Scrive Goethe: "Natura! Da essa siamo
circondati e avvinti, né ci è dato uscirne e penetrarvi più a fondo. Ci rapisce
nel vortice della sua danza e si lascia andare con noi, finché siamo stanchi e
le cadiamo dalle braccia. Viviamo nel suo seno e le siamo estranei.
Costantemente operiamo su di essa e tuttavia non abbiamo alcun potere sulla
natura. La vita è la sua invenzione più bella e la morte è il suo artificio per
avere molta vita. Non conosce né passato né futuro. Il presente è la sua
eternità".
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