La sinusoide è una linea a
forma di “S” comunemente utilizzata per descrivere fenomeni oscillatori, come
le onde sonore, le correnti alternate in elettronica e altri tipi di onde
periodiche. E, guarda caso, è la linea che gli antichi taoisti immaginarono per
descrivere il loro simbolo dello yang/yin, la diade fondamentale dell’universo.
Se notate, questa sinusoide (che rappresenta graficamente un’onda, cioè un movimento oscillatorio) divide la parte yang dalla parte yin di ogni fenomeno per indicare che dobbiamo vedere con la mente dei movimenti oscillatori e, inoltre, delimita un immaginario otto (due cerchi l’uno sopra l’altro) che a sua volta, girato, rappresenta il simbolo dell’infinito:
La teoria della
fluttuazione quantistica afferma che nell'universo vuoto possono verificarsi
fluttuazioni casuali nell'energia, creando così particelle di materia ed
antimateria che si annullano reciprocamente. Queste fluttuazioni possono
generare piccole variazioni nello spazio-tempo, dando origine a nuove strutture
e infine al nostro universo. L'idea è che anche il vuoto quantistico non sia
davvero "vuoto", ma piuttosto un mare di fluttuazioni energetiche che
possono condurre alla creazione di materia.
Proprio oggi ho letto un articolo
sul Messaggero che si occupa del panpsichismo, ovvero dell’idea, con cui
concordo, che tutto possieda una forma di coscienza, dato che la coscienza,
come ho già detto, è forza fondante dell’universo. Leggiamo:
·
“Il panpsichismo, una delle
teorie più affascinanti e antiche nel campo della filosofia della mente,
suggerisce un'idea rivoluzionaria: ogni materia, dal Sole alle
sedie sotto di noi, potrebbe possedere una forma di coscienza. Questa visione,
che attraversa secoli di pensiero filosofico, oggi trova nuovi sostenitori e
critici nel mondo scientifico.
La coscienza connessa attraverso il cosmo
Una
delle figure chiave in questo dibattito contemporaneo è il biologo Rupert Sheldrake, il quale propone che la coscienza si
manifesti attraverso campi elettromagnetici ritmici, offrendo una
prospettiva unica sulla connessione tra tutte le forme di materia. Questa idea
apre le porte a una comprensione dell'universo come un tessuto vibrante di
coscienza.
Il dibattito su coscienza e realtà
Nonostante
il fascino del panpsichismo, esistono voci
critiche come quella di Keith Frankish, che vedono la
coscienza come un'illusione prodotta dalla nostra mente. Questo dibattito
solleva questioni profonde sulla natura della coscienza e il posto
che occupiamo nell'universo.
Un universo di possibilità infinite
Il
panpsichismo ci invita a esplorare domande fondamentali: se tutto intorno a noi
è cosciente, in che modo si connettono le diverse forme di coscienza? E,
considerando l'influenza che il Sole potrebbe avere sulla vita terrestre, quale
ruolo giochiamo in questo cosmo intimamente connesso? Attraverso la
lente del panpsichismo, teorici ed esperti invitano a considerare un
universo in cui la solitudine umana è un'illusione, e dove la nostra
comprensione della vita, della coscienza, e della nostra stessa esistenza può
essere radicalmente trasformata.”
Io ho sempre detto che la coscienza è semplicemente la
differenziazione iniziale, che fa dell’uno un due. Anche la nostra coscienza
evoluta comporta due cervelli (sia fisicamente i due emisferi, sia il dualismo
cervello recente e cervello antico, sia il dualismo conscio/inconscio). Non c’è
bisogno di pensare che la coscienza sia una sostanza o una secrezione del
cervello. Semmai, è il contrario: è il cervello che è un’evoluzione della
coscienza.
Secondo la fisica quantistica, l’universo sarebbe nato da un fluttuazione. Infatti in un nell'universo
vuoto possono verificarsi fluttuazioni casuali nell'energia, creando così
particelle di materia ed antimateria (le prime diadi, direi io) che si
annullano reciprocamente. Queste fluttuazioni possono generare piccole
variazioni nello spazio-tempo, dando origine a nuove strutture ed eventualmente
al nostro universo. L'idea è che anche il vuoto quantistico non sia davvero
"vuoto", ma piuttosto un mare di fluttuazioni energetiche che possono
condurre alla creazione di materia.
Queste “fluttazioni” sono in realtà delle differenziazioni di “qualcosa”
che vibra o si sdoppia in due, e questo sdoppiarsi in due è il segno di una
coscienza primitiva, che poi si evolve dando origine all’universo che
conosciamo e alla coscienza di ogni ente vivente: piante, animali e uomo –
forse anche minerali. Non per nulla, il due è la base di ogni antinomia:
caldo/freddo, luce/ombra, inspirazione/espirazione, piacere/dolore,
maschile/femminile, positivo/negativo, interiorità/esteriorità, forma/sostanza,
ecc.
Siamo tutti fatti di energia. Ma che cos’è questa energia se non
la capacità di mettere in movimento o di trasformare qualcosa? Esistono diversi
tipi di energia, come l'energia cinetica (legata al movimento di un oggetto),
l'energia potenziale (legata alla posizione o allo stato di un oggetto),
l'energia termica (legata alla temperatura di un sistema) e molte altre forme
di energia presenti in natura.
Inoltre, secondo il principio di conservazione dell'energia,
l'energia non può essere né creata né distrutta, ma può solo essere trasformata
da una forma all'altra. Questo significa che in un sistema isolato l'energia
totale rimane costante nel tempo e quindi è eterna. In pratica è la forza
creatrice che dà origine a tutto partendo da una propria variazione, vibrazione,
sdoppiamento o oscillazione.
Siamo tutti fatti di una parte esterna (la forma, il corpo) e di
una parte interna (la psiche), e abbiamo per lo più organi a due a due:
cervello, occhi, mani, reni, polmoni, braccia, gambe… Perché in natura non
esiste un essere con tre gambe?
Perché la natura ottiene in questo modo (con il due, con il
dualismo) la massima efficienza con il minimo sforzo.
Ne consegue che tutti gli esseri coscienti hanno una loro
coscienza che negli animali superiori è più evoluta… fino ad arrivare all’uomo
che è in grado di “pensare il pensare”, di essere più cosciente. Il che non
esclude che possano esserci intelligenti ancora più coscienti, magari in grado
di pensare il pensare il pensare.
Dice lo scrittore Ricky Farina che “bisogna essere se stessi
fino alle estreme conseguenze: diventare
un altro.” Il fatto è che siamo sempre un altro… perché siamo in due (come
due gemelli siamesi). In noi c’è sempre un altro. E quindi non possiamo essere
noi stessi, neanche volendolo.
Siamo “altri da noi stessi”, altrimenti non potremmo avere coscienza!
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