Per motivi di lavoro, siamo
tutti costretti a specializzarci in qualche campo di conoscenza: medici,
avvocati, operai, artigiani, insegnanti, contabili, psicologi, ecc. Ma, così
facendo, perdiamo di vista l’insieme delle conoscenze. Siamo specialisti, ma
non abbiamo una visione generale delle cose.
Ci sarebbero anche i
filosofi, ma anche loro diventano specialisti di un solo campo o di un solo
settore del campo. Quindi, per lo più, sono insegnanti di filosofia, il che
significa che conoscono le idee degli altri, ma non sanno pensare con la
propria testa.
Pensare è difficile. Tutti
pensano, ma pochi pensano al pensare.
Se la filosofia fosse solo
una questione di logica, i computer ne saprebbero più di noi. Ci risolverebbero
ogni problema gnoseologico.
Ma “filosofia” significa “amore
per la conoscenza”, non inanellare un pensiero dietro l’altro secondo logica.
Ripeto: amore! Che
cosa significa?
Quando si ama qualcuno o qualcosa,
la sua esistenza diventa essenziale per noi e finisce per essere il centro
del nostro interesse e della nostra attenzione.
Ora, sono pochi coloro che amano
la conoscenza fino a questo punto… fino al punto da sacrificarle ogni altra
cosa, così da non poter vivere senza di essa.
Pochi alzano gli occhi al
di sopra del mondo e dei suoi interessi per ammirare il panorama generale.
Abbiamo tutti uno sguardo
specializzato, parcellizzato, circoscritto. Siamo “ristretti” come i
prigionieri di Platone. Vediamo solo ombre, non ci interessiamo delle cose più
importanti, non sappiamo niente della nostra condizione umana. Chi siamo? Da
dove veniamo? Dove andremo?...
Se ti facessi addormentare
e ti trasportassi in un isola deserta, tu, svegliandoti, ti domanderesti: che
posto è mai questo? Come ci sono arrivato? Come posso andarmene?
Così la nostra condizione
umana. Siamo avvolti in un’enorme mistero, in un gigantesco “giallo”, ma non
indaghiamo. Ci limitiamo a credere in qualche religione stereotipata o a
rinunciare a ogni indagine. Ci diciamo: vedremo! Quando moriremo, vedremo.
Ma, se non cerchiamo
adesso, se non capiamo adesso, c’è il rischio che non vedremo e non capiremo
mai, che il nostro sguardo resti superficiale. Perché, se c’è una spiegazione,
ci dobbiamo arrivare subito, o rimanderemo ancora. In fondo, potremmo già
essere morti e questo essere l’aldilà. E se non capiamo…
Ma come fai a capire se non
ti applichi, se non studi, se non rifletti, se non mediti? La pappa fatta non
esiste.
Quanti anni di studio hai
dovuto affrontare per specializzarti in qualcosa? E ora vorresti che qualcuno
ti aprisse la porta della conoscenza universale? Ma, se non te la apri tu, non
te la aprirà nessuno.
Non hai molto tempo. Hai il
tempo della vita, che può essere breve o lungo. Ma è sempre limitato.
Eppure sei preso da mille
altre attività, da mille altre occupazioni, da mille altri interessi, dal
lavoro, dalla famiglia, dai divertimenti. Sei distratto. E lasci in ultimo
quello che più importa.
“Se non ora, quando?
Se io non conoscerò per me,
chi conoscerà per me?”
Nessun commento:
Posta un commento