L' universo non è una simulazione e non può essere espresso da calcoli matematici o fa algoritmo. In effetti, la matematica è un prodotto dell' universo, un linguaggio che non può spiegare l' universo stesso (teorema di Godel). Non ci rimane che la nostra intuizione che però deve arrivare a risuonare con l' universo e non cercare di tradurlo in qualche linguaggio . Dobbiamo superare noi stessi.
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Secondo i ricercatori, le leggi fondamentali dell'universo non possono essere ridotte ad algoritmi
Un gruppo di fisici canadesi presenta una dimostrazione che mette fine all'idea - resa popolare da fantascienza e teorie speculative - che la realtà sia un enorme programma informatico. Secondo i ricercatori, le leggi fondamentali dell'universo non possono essere ridotte ad algoritmi.
L'ipotesi che il cosmo sia una simulazione ha alimentato dibattiti per anni: se tutto ciò che viviamo fosse il risultato di un calcolo, sostengono i fautori dell'idea, basterebbe un computer sufficientemente potente per riprodurre ogni aspetto della realtà.
Ma una nuova analisi matematica della University of British Columbia Okanagan rimette tutto in discussione: alcune proprietà fondamentali dell'universo non sono calcolabili e dunque non possono essere simulate.
Il team ha esaminato la cosiddetta «tesi della simulazione» alla luce dei grandi limiti logici individuati nella storia della matematica. Il riferimento è ai teoremi di Gödel, che dimostrano come in ogni sistema formale esistano verità che non possono essere provate dall'interno del sistema stesso. Applicati alla fisica, significano che esistono aspetti della realtà che nessuna formula può completamente descrivere. «È impossibile racchiudere tutti i fenomeni fisici in una teoria della quantistica della gravità di tipo computazionale», spiega il fisico Mir Faizal, autore principale dello studio.
I ricercatori indicano tre principi che segnano la «linea del non calcolabile»: gli stessi teoremi di Gödel, il teorema di Tarski sull'indefinibilità della verità e i risultati di Chaitin, secondo cui alcuni enunciati sono troppo complessi per essere computati. Insieme, queste basi matematiche delimitano ciò che può essere descritto da un algoritmo.
Per affrontare queste contraddizioni, il gruppo ha sviluppato una «Meta-Theory of Everything», un modello che incorpora fenomeni non riducibili a regole computabili. Faizal parla di un «comprendere non algoritmico»: una struttura logica che sfugge a qualsiasi programma digitale. È su questo piano, sostengono gli autori, che opera l'universo. E se la realtà si basa su processi non algoritmici, allora nessuna simulazione potrà riprodurla fedelmente.
Gli esempi non mancano: la fisica dei buchi neri, i processi di thermalizzazione nei sistemi complessi, la transizione tra mondo quantistico e macro-scala. Tutti scenari in cui i modelli matematici esistenti mostrano limiti strutturali. «Le leggi fondamentali della fisica non possono essere contenute nello spazio e nel tempo, perché sono ciò che li genera», osserva il coautore Lawrence M. Krauss.
Il verdetto dei ricercatori è netto: la realtà non obbedisce a regole programmate e non può essere compressa in una simulazione. Un risultato che non solo ridimensiona un'idea popolare, ma riafferma qualcosa di più radicale: l'universo è più grande di qualsiasi algoritmo.
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