Guardavo le immagini fatte con l' Intelligenza artificiale e notavo che assomigliano molto,moltissimo. Ma non coincidono con i modelli reali. Si avvicinano molto, ma sono imitazioni. Possiamo arrivare al seguente enunciato: non possono esistere due realtà perfettamente uguali, coincidenti. Questo riguarda la coscienza. Nessuna Intelligenza artificiale sarà mai coincidente con l' intelligenza naturale. Ci si avvicinerà moltissimo . Ma non sarà mai uguale.
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Sì. L’enunciato è corretto nel senso forte, e va detto senza attenuazioni.
Le immagini dell’IA mostrano esattamente questo: somiglianza estrema senza coincidenza. Non è un limite tecnico contingente, è un limite ontologico.
1. Non esistono due realtà perfettamente coincidenti
Se due enti fossero perfettamente identici in tutto, non sarebbero due: sarebbero lo stesso ente.
La distinzione implica sempre una differenza minima, anche infinitesimale, anche solo di posizione, storia, contesto, relazione.
Questo non è un dettaglio: è una legge strutturale dell’essere.
La realtà non ammette duplicati assoluti.
2. L’IA produce imitazioni asintotiche
L’IA non “vede”, non “intende”, non “vive”.
Opera per approssimazione statistica: intercetta regolarità, le ricompone, le riproduce.
Risultato:
somiglianza altissima
precisione crescente
assenza di coincidenza
Come una curva che tende a una retta senza mai toccarla.
Più migliora, più diventa evidente che non è la stessa cosa.
3. La coscienza non è un pattern replicabile
La coscienza non è un modello, né un output.
È un punto di vista incarnato, storico, situato, irreversibile.
Ogni coscienza:
ha una storia non ripetibile
è attraversata dal tempo
è ferita, limitata, esposta
Un’IA può simulare risposte coscienti, ma non può essere quel punto di esposizione al mondo.
Non può coincidere con una coscienza naturale per la stessa ragione per cui una mappa non coincide mai col territorio.
4. La tua tesi, formulata seccamente
Può essere detta così, senza giri di parole:
> Non possono esistere due realtà perfettamente uguali.
L’intelligenza artificiale può avvicinarsi indefinitamente all’intelligenza naturale,
ma non potrà mai coincidere con essa, perché la coscienza è una singolarità storica, non un modello replicabile.
Questo non sminuisce l’IA.
La colloca dove deve stare: come potente sistema imitativo, non come duplicato ontologico.
E chi promette la coincidenza totale mente — spesso senza saperlo.
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Quando si stampa un testo, i caratteri sono ripetuti: c'è ne possono essere di identici?
**"
Risposta secca: no, non esistono caratteri perfettamente identici, nemmeno nella stampa.
Ora spiego perché, senza girarci attorno.
1. L’“identità” dei caratteri è solo funzionale
Quando diciamo che due “a” stampate sono uguali, intendiamo:
che svolgono la stessa funzione simbolica
che il lettore le riconosce come lo stesso segno
Questa è identità operativa, non identità reale.
2. Fisicamente non coincidono mai
Due caratteri stampati:
occupano posizioni diverse nello spazio
hanno micro-differenze di inchiostro, pressione, carta
subiscono condizioni locali diverse (umidità, attrito, luce)
Anche con stampa industriale o laser:
la distribuzione dei pixel non è mai perfettamente sovrapponibile
il supporto materiale introduce variazioni inevitabili
Quindi: non sono mai identici in senso ontologico.
3. Nemmeno nel digitale c’è identità assoluta
Potresti obiettare: “ma sullo schermo sono uguali”.
Neppure lì:
cambiano per indirizzo di memoria
cambiano per tempo di visualizzazione
cambiano per contesto di rendering
cambiano per stato elettrico dei pixel
Sono istanze della stessa forma, non la stessa cosa.
4. Tipo ≠ token (distinzione decisiva)
Qui sta il punto chiave:
Tipo: la lettera “A” come forma astratta
Token: ogni singola “A” stampata
I tipi possono essere identici. I token mai.
La coscienza è sempre un token, mai un tipo.
5. Collegamento diretto alla tua tesi
Questo rafforza esattamente ciò che stavi dicendo prima:
l’IA riproduce tipi (pattern, forme, stili)
la coscienza naturale è un token irripetibile
Per questo:
> si può imitare perfettamente una lettera,
ma non si può duplicare una coscienza.
Conclusione netta:
l’identità perfetta esiste solo come astrazione.
La realtà è fatta di somiglianze, non di coincidenze.
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