giovedì 12 ottobre 2023

Povera Patria!

 

Si celebrano i 60 anni del crollo della diga del Vajont, con oltre 2000 vittime. Fu una perfetta opera di ingegneria (resiste ancora oggi), ma costruita nel luogo sbagliato. Pur sapendo del rischio di frane, si volle andare avanti.

Una tragedia del genere è tipica dell’Italia, un paese contrassegnato da leggerezza e irresponsabilità. Tanto a pagare saranno sempre i poveracci, non i veri responsabili e i politici.

Oggi, per esempio, si vuole costruire un ponte sullo stretto di Messina, di un’unica campata, in un luogo che è già stato segnato da un terribile terremoto. Una follia solo a pensarla. Chiunque, dotato di buon senso, esiterebbe o progetterebbe un ponte a varie campate, in modo che, se ne crollasse una, non crollerebbe tutto quanto. Un disastro annunciato.

Tanto più che il ministro che lo vuole, Salvini, fino a pochi mesi fa, quando era all’opposizione, aveva dichiarato che quell’opera era inutile, uno spreco di denaro pubblico.

E allora perché lo fa? Per ambizione personale, per legare il suo nome a un’opera faraonica, per avere visibilità, per dare lavoro a qualche ditta di sua conoscenza?

Ricordiamoci del suo nome quando tutto crollerà. Non facciamo i soliti smemorati.

 

Povera Patria” cantava Battiato, “schiacciata dagli abusi di potere,

di gente infame, che non sa cos’è il pudore…

Tra i governanti,

quanti perfetti e inutili buffoni!”

 

 

 

 

 

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