Forse Gesù credeva veramente di potersi offrire come vittima
sacrificale e riscattare così tutti i dolori del mondo. Pensava davvero di
sacrificarsi per tutti e che il suo Dio si potesse saziare una volta per tutte di
sangue e di morte.
Ma non è stato così perché i dolori del mondo sono tutti ancora
qui.
Il suo sacrificio è stato inutile – come tutti i sacrifici. Il
mondo continua ad andare così come è sempre andato. La divisione in tanti io,
voluta da Dio, dall’Universo, dalla creazione o dal salto quantico, rende sì
necessaria la ricerca dell’amore, ma praticamente impossibile.
Tentiamo di fonderci, però l’unione psico-sessuale è sempre
limitata e temporanea.
La vera fusione si ha solo con la morte, in cui l’anima singola
si fonde col tutto. Ma, nel frattempo, ci arrabattiamo tra unione e divisione,
tra attrazione e repulsione, tra amore e odio. Perché il mondo, per poter
divenire, deve essere immerso nel tempo e sempre dialettico, cioè
contraddittorio, pieno di illusioni e delusioni.
Non si deve parlare di amore e basta, questo è l’errore che
fanno tutti. Ma di un sentimento cangiante, ambivalente e ambiguo che dovremmo
definire di amore/odio.
“Ti amo, maledetta!”
Anche Gesù è stato deluso: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato?”
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