È venuto di moda domandarsi, a seguito del film Matrix, se il
nostro sia un Universo simulato o un mondo oggettivo che esiste in sé e per sé,
indipendentemente dall’osservatore.
Ma non c’era bisogno di un film per sapere che il nostro
universo ha la stessa consistenza dei sogni, delle fantasie e delle illusioni.
Le religioni orientali lo dicono da millenni. Tuttavia l’idea che tutto questo
sia il prodotto di Qualcuno, magari di un Dio o di uno scienziato pazzo, è
altrettanto illusoria.
Non c’è nessuno che crei deliberatamente la Totalità, perché la
Totalità, pur subendo trasformazioni al suo interno, è eterna - cioè non nata,
non creata. Quindi è spontanea. È l’eterno che dispiega se stesso.
L’unico osservatore è la nostra mente, che però non ha una
realtà oggettiva. È quanto di più soggettivo ci sia: è la soggettività per cui
parliamo di oggettività. Ma la realtà non è né soggettiva né oggettiva. Perché
non può essere un concetto della nostra mente limitata e condizionata.
Il nostro senso di essere non è nient’altro che una sensazione,
che hanno tutti gli esseri viventi, comprese le piante. Ma non è eterno: è
qualcosa che appare e poi scompare con la morte del corpo. Infatti, se non
nutrite più il corpo, anche la coscienza scompare.
Cha cosa rimane allora dopo la morte? Rimane ciò che non era nemmeno
nato. E che non può sparire perché è la totalità.
Ma a noi interessa sapere se rimane qualche traccia di
individualità. Speriamo di no, altrimenti dovrebbe rinascere e vivere ancora…e
morire ancora.
Qui sta tutta la differenza tra Occidente e Oriente. L’Occidente
vorrebbe continuare a vivere anche dopo la morte. L’Oriente ritiene che la
realizzazione finale sia liberarsi di tutti i condizionamenti, compresa la vita
in una determinata forma.
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