Noi ci immaginiamo che l’anima sia una specie di secondo corpo,
molto sottile e spirituale che, alla morte dell’individuo, voli in cielo a
incontrare tutte le altre anime (chissà che affollamento!). I cristiani, però,
non avevano neppure questo concetto. Per loro, era il corpo fisico che sarebbe
volato in cielo, o meglio assunto. Infatti parlano addirittura della
resurrezione dei corpi che dovrebbe avvenire al ritorno del Cristo alla fine
dei tempi. E nel frattempo? Non è ben chiaro: dovrebbe esserci uno stato
intermedio. Oggi spiriti e domani chissà… nuovi corpi. E chi ha avuto un corpo
deforme? Sarà di nuovo perfetto… Insomma, tutte le fantasie possibili per
tornare a rivivere, come se niente fosse.
L’unica cosa certa è che aborrono la morte e vorrebbero
cancellarla.
Invece, la morte è la fine definitiva
del corpo conosciuto e anche della mente. Ciò che rimane è un vuoto o un nulla
di quella persona.
Noi intendiamo per anima non una entità a se stante, che nessuno
ha mai visto, ma il nucleo più profondo di una persona. Un nucleo che però
finirà con la morte. E allora che cosa rimarrà?
Rimarrà una specie di buco nero, capace tuttavia di fondersi con
il tutto.
In fondo, l’individualità è un accidente temporaneo che spezza e
frammenta l’unità del tutto. Da qui l’inevitabilità della sofferenza.
L’anima, dunque, non è un palloncino che sale in cielo, ma un
palloncino che scoppia e libera la sua aria nell’aria del tutto. Oppure un’onda
che dopo essersi sollevata dal mare ed essersi individualizzata, rientra nel
mare dissolvendosi. Ritorna a essere mare.
Anzi, è sempre stata mare. Ritorna alla sua origine.
Quando finiscono il corpo e la mente, la coscienza e il suo
testimone, il senso di essere e la memoria, che cosa rimane se non lo stato
preesistente all’individuazione?
Ma come facciamo, in questo momento, ancora vivi, a pensare ciò
che è assenza di pensiero?
Non possiamo.
Non possiamo pensare l’impensabile. Possiamo solo approfittare
di quei rari momenti in cui già non pensiamo, mettiamo il corpo in pace e
stiamo in silenzio, Tutto il resto è rumore, apparenza, confusione,
distrazione, stato temporaneo mortale.
Se l’anima vivesse un’altra vita, dovrebbe anche vivere un’altra
morte, Deve morire, come tutto. Definitivamente,
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