La coscienza è la migliore amica che hai – un’amica che non ti
abbandona mai durante tutta la vita. Ma anch’essa alla fine deve scomparire. Quando,
però, ti metti nella posizione di osservare la coscienza, sei già all’esterno
della coscienza, sei altro da essa, sei fuori, sei al di sopra, sei al di là,
sei il testimone che non muta mai. Potremmo anche chiamarlo “anima” o anima
superiore o Sé.
È comunque già in te, è te, è la tua vera identità, al di fuori
del corpo, della mente, del dualismo, del tempo. E, se togliamo il tempo, tutto
è in un eterno presente, anche il passato, anche il futuro.
Questa anima vede tutto e può essere interpellata. Ma, prima, devi
identificarla e non confonderla con l’inconscio, che non è trascendenza.
Fai domande e lascia che a rispondere sia lei.
Se la migliore meditazione è essere consapevoli della coscienza,
è perché, così facendo, dimori già nella trascendenza, pur essendo ancora nel
corpo-mente. Ma stai attento a non cercare di tradurre con il pensiero duale e
condizionato le risposte che arrivano dall’incondizionato.
Certo, poi, il ritorno alla realtà di questo mondo è
sconsolante. Lo sanno bene tutti coloro che hanno un’esperienza di samadi o di
morte e poi devono tornare indietro.
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