Mi dispiace ricordare che l’attuale guerra in Israele è nata da
una scellerata decisione dei vincitori dell’ultima guerra mondiale di riportare
gli ebrei, che tanto erano stati perseguitati, nella loro terra d’origine.
Peccato, che questa terra, dopo duemila anni, fosse stata occupata da
palestinesi che furono cacciati altrove. Sarebbe stato meglio riportare gli ebrei
in uno stato americano, in Australia, in Nuova Zelanda o comunque in una zona poco
popolata.
I palestinesi in parte vendettero le loro terre e in parte
furono costretti ad andarsene, con le buone o con le cattive. La politica degli
israeliani fu subito aggressiva e militaresca, allo scopo di ricostituire l’Israele
storico. E anche negli anni successivi si fece di tutto per allargare le terre
dei coloni israeliani a scapito di quelle dei palestinesi che furono relegati
in una specie di ghetto, Gaza.
Questo fu l’origine di un dissidio che perdura ancora oggi.
Hamas è certamente un’organizzazione terroristica che ha fatto
cose atroci. Ma state sicuri che, a guerra finita, i morti palestinesi saranno
almeno dieci volte quelli israeliani. In fondo Netatanyahu sta facendo quello
che i russi fanno in Ucraina: uccidere non solo miliziani, ma anche donne,
bambini e distruggere edifici civili, scuole, ospedali, ecc. Oggi Gaza è senza
luce, gas e viveri; una città morta, trasformata in un inferno. Non credo che
siano tutti terroristi.
D’altronde chi si ispira alla Bibbia, non può che essere violento.
Non c’è scritto in Esodo che “Dio è prode in guerra”? E non c’è scritto in
Giosuè 6, parlando della presa di Gerico, che i vincitori “votarono poi allo
sterminio, passando a fil di spada, ogni
essere che era nella città, dall’uomo alla donna, dal giovane al vecchio, e
perfino i buoi, gli arieti e gli asini”?
È questa ferocia che troviamo ancora oggi, da una parte e dall’altra.
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