mercoledì 18 ottobre 2023

Il volto che avevi prima di nascere

 

Un koan dello Zen dice: “Qual era il tuo volto prima di nascere?” Sembra una stranezza, perché prima di nascere non avevamo neanche un corpo. Ma la domanda vuole interrogarci sulla nostra vera natura, che non è quella del corpo e della mente attuali, bensì quella immortale che c’era prima della nascita, che continua ad esserci durante l’esistenza (anche se incognita) e che ci sarà dopo la morte. E qual è?

È la nostra natura eterna che assume temporaneamente un corpo, una mente, una coscienza e un io, e infine torna ad essere se stessa – il Sé. Ma allora la vita non serve a niente, è una semplice transizione? Secondo me, non è così. La natura prima e la natura dopo non sono la stessa cosa, perché l’esistenza aggiunge qualcosa, provoca una modificazione, assume un valore aggiunto.

L’esperienza che abbiamo fatto non va perduta, ma contribuisce a cambiare la nostra natura profonda. In altri termini,  “esiste” un vuoto prima ed un altro vuoto dopo, esiste un niente prima ed esiste un nulla dopo, esiste un eterno prima ed esiste un eterno dopo. Per esempio, il vuoto di un vaso non è il vuoto di un’auto e anche quando i due vuoti si fonderanno nell’unico vuoto, manterranno la loro specificità, il loro valore aggiunto… almeno per un po’.

Nisargadatta, il grande maestro moderno del Vedanta, dice: “Realizzate quello stato che precede il concepimento… Lo stato prima del concepimento, qualunque esso sia, quello è il più naturale, il tuo stato perfetto, che prevale sempre. Quando questo essere scomparirà, quello continuerà, prevarrà sempre.” E aggiunge: “L’essersi identificati con un corpo è uno stupido errore, una caduta.”

Non so se è un errore (di chi? chi è il responsabile, il soggetto?), o la possibilità di acquisire un valore aggiunto. In fondo, gli errori servono a fare esperienza. E l'esperienza ci cambia.

Nessun commento:

Posta un commento