Crediamo che la spiritualità debba portarci ad esperienze
sovrannaturali e mistiche, finendo per cercare chissà che sensazioni
stupefacenti, simili a quelle delle droghe, e questo ci crea tanta frustrazione
e confusione. Mentre la realizzazione è un’altra cosa: comprendere che non
siamo individui separati ma parte del tutto e che siamo il tutto.
Non c’è niente che non faccia parte di altre cose e non sia
fatto di un’unica essenza: una specie di vuoto creativo.
Prendiamo il nostro corpo, fatto dall’incontro di due cellule
dei genitori, i quali a loro volta erano nati dall’incontro di altre due
cellule, che a loro volta… e così lunga una linea di trasmissione che risale
alla notte dei tempi. Ma anche i primi progenitori da dove erano nati? Da una
specie particolare di animali che forse uscivano dal mare e che si nutrivano di
altri piccoli esseri e piante, che a loro volta nascevano dagli elementi della
terra, che a loro volta erano composti da particelle elementari (protoni,
neutroni, fotoni, quark e altri elementi), che a loro volta si erano sprigionati
da un’unica energia che assumeva varie configurazioni.
Ma a loro volta queste particelle erano composte di vuoto, erano
nate da un vuoto quantistico…
Quindi da dove veniamo se non da questo vuoto creativo? Più che
venire al mondo, veniamo fuori da esso. Per questo esistiamo, ex-sistiamo.
L’universo è in sostanza un’unica energia auto consapevole che
viene dal vuoto - e noi siamo Quella. Non per nulla, nel buddhismo si dice che “il
vuoto è forma e la forma è vuoto”.
Questo significa che tutto è apparente e illusorio, una specie
di vuoto da cui emerge, come un fantasma o un miraggio, l’universo conosciuto.
Tutto è illusorio per il semplice fatto che nasce da un vuoto e si
dissolve. Le cose non hanno una reale esistenza, ma sono forme di vuoto. Per
esempio, un vaso è tale perché ha una certa forma, ma dentro è vuoto: è il
vuoto che prende una forma; senza quel vuoto, il vaso non ci sarebbe.
Il vuoto deve assumere una forma per poter esistere, ma lo fa in
modo temporaneo e, prima o poi, ritorna al vuoto. Quando il vaso si sgretola,
il suo vuoto particolare ritorna al vuoto totale senza forma. Proprio come un’onda
del mare che s’innalza individualmente per po’, ma poi rifluisce nell’acqua
senza forma.
Ecco la realizzazione spirituale è comprendere queste cose e non
vedere apparire dei o angeli che suonano trombe.
Dobbiamo acquisire questa visione, prima di rifluire nel vuoto.
Altrimenti non saremo preparati al dissolversi delle cose e di noi stessi, e ci
smarriremo.
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