mercoledì 11 ottobre 2023

La realizzazione

 

Crediamo che la spiritualità debba portarci ad esperienze sovrannaturali e mistiche, finendo per cercare chissà che sensazioni stupefacenti, simili a quelle delle droghe, e questo ci crea tanta frustrazione e confusione. Mentre la realizzazione è un’altra cosa: comprendere che non siamo individui separati ma parte del tutto e che siamo il tutto.

Non c’è niente che non faccia parte di altre cose e non sia fatto di un’unica essenza: una specie di vuoto creativo.

Prendiamo il nostro corpo, fatto dall’incontro di due cellule dei genitori, i quali a loro volta erano nati dall’incontro di altre due cellule, che a loro volta… e così lunga una linea di trasmissione che risale alla notte dei tempi. Ma anche i primi progenitori da dove erano nati? Da una specie particolare di animali che forse uscivano dal mare e che si nutrivano di altri piccoli esseri e piante, che a loro volta nascevano dagli elementi della terra, che a loro volta erano composti da particelle elementari (protoni, neutroni, fotoni, quark e altri elementi), che a loro volta si erano sprigionati da un’unica energia che assumeva varie configurazioni.

Ma a loro volta queste particelle erano composte di vuoto, erano nate da un vuoto quantistico…

Quindi da dove veniamo se non da questo vuoto creativo? Più che venire al mondo, veniamo fuori da esso. Per questo esistiamo, ex-sistiamo.

L’universo è in sostanza un’unica energia auto consapevole che viene dal vuoto - e noi siamo Quella. Non per nulla, nel buddhismo si dice che “il vuoto è forma e la forma è vuoto”.

Questo significa che tutto è apparente e illusorio, una specie di vuoto da cui emerge, come un fantasma o un miraggio, l’universo conosciuto.

Tutto è illusorio per il semplice fatto che nasce da un vuoto e si dissolve. Le cose non hanno una reale esistenza, ma sono forme di vuoto. Per esempio, un vaso è tale perché ha una certa forma, ma dentro è vuoto: è il vuoto che prende una forma; senza quel vuoto, il vaso non ci sarebbe.

Il vuoto deve assumere una forma per poter esistere, ma lo fa in modo temporaneo e, prima o poi, ritorna al vuoto. Quando il vaso si sgretola, il suo vuoto particolare ritorna al vuoto totale senza forma. Proprio come un’onda del mare che s’innalza individualmente per po’, ma poi rifluisce nell’acqua senza forma.

Ecco la realizzazione spirituale è comprendere queste cose e non vedere apparire dei o angeli che suonano trombe.

Dobbiamo acquisire questa visione, prima di rifluire nel vuoto. Altrimenti non saremo preparati al dissolversi delle cose e di noi stessi, e ci smarriremo.

 

 

 

 

 

 

 

 

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