Se nasciamo senza aver potuto scegliere e se moriamo senza aver
potuto scegliere, pretendiamo nell’intervallo tra nascita e morte di essere
veramente liberi di scegliere, ovvero di essere padroni della nostra esistenza?
Ci sarebbe da ridere – se non fosse tragico.
Crediamo di scegliere. Ma quali sono le reali motivazioni della
nostra scelta? Non è già stato tutto scelto, anche quello che sceglieremo, e
noi siamo semplici marionette i cui fili sono tirati da altri o da altro?
Non è tutta un’illusione di chi si crede libero, ma non decide
nulla?
Se per esempio sposo una donna o un uomo, sono io che ho scelto
o ho scelto solo ciò che mi è stato presentato? E non ero condizionato
assolutamente da ciò che ho amato da bambino?
Allora, che cosa ho potuto scegliere?
Le cose ci capitano senza che nessuno ci consulti, per un gioco
cosmico di azioni e reazioni. Crediamo di vivere in prima persona, ma veniamo
vissuti, tanto più che la persona che crediamo di essere non è che un concetto,
un’immaginazione, un pensiero, dunque un’illusione.
Neanche dei pensieri siamo padroni: emergono dal nostro cervello
spontaneamente. E noi possiamo a stento esserne coscienti o testimoni. Molti sono inconsci. Pensiamo o sentiamo come
respiriamo. Abbiamo forse deciso di respirare? Ci capita e basta, in una
vertiginosa illusione in cui tutto è falso, è una recita di un copione già
scritto.
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