In piazza san Pietro è stato innalzato
un abete proveniente da Andalo, in Trentino, che aveva 113 anni ed è alto 28
metri – una meraviglia della natura. Da lì il Papa parla del rispetto per la
vita e per la natura. Ma nessun rispetto per questo antico albero che è stato
ucciso e portato come una vittima sacrificale o un trofeo di caccia fino a Roma.
Questa la dice lunga sulla nostra
insensibilità per la vita, non solo degli uomini ma di tutti gli esseri
viventi. In realtà la vita di quell’albero è importante come quella di chiunque
altro, di un pollo o di un bambino. Chi è che stabilisce la scala dell’importanza?
Gli uomini che vi si mettono in cima e che addirittura si ritengono “figli di
Dio”.
Naturalmente sono tutte prepotenze e
illusioni antropomorfe.
Il mondo non cambierà finché non considereremo
la vita di un albero preziosa come quella di una mucca o di un uomo. O tutti o nessuno.
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