A volte la gente si avvicina alla
meditazione e alle religioni orientali perché è stanca di sentir parlare di Dio
e di un paradiso solamente ultraterreno. Le grandi religioni teiste si odiano
fra di loro e sono pronte a combattersi. E lo spettacolo che danno è triste:
gente che prega un potente per ottenere favori personali: Dov’è in tutto questo
la spiritualità?
Nella meditazione rettamente intesa,
l’atteggiamento spirituale è il punto di partenza, non il punto di arrivo. E si
aspira a una pace subito, qui e ora. Ottenere il nirvana non è una questione di
qualcuno che ti premia mettendoti in un paradiso ultraterreno (che potrebbe
essere solo una fantasia), ma di mettersi in una posizione di benessere, di
tranquillità, di apertura e di universalità in questo preciso momento. Tutto il
resto è speculazione, fede, immaginazione, proiezione della mente umana,
desiderio personale, volontà di possesso e di godimento, avidità - non realtà.
Del resto, che cosa sarebbe Dio? Un
vecchio con la barba bianca? Una luce? Una mente? Energia? E siamo sicuri che l’universo
risponda ad un disegno intelligente ed etico, o che non sia qualcosa al di
fuori delle nostre categorie intellettive? Qualcosa che è, senza essere né
buono né cattivo, né intelligente né stupido?
Quando siamo calmi e distaccati, quando
siamo sereni e senza desideri egocentrici, quando siamo attenti e consapevoli, quando
non cerchiamo di salvarci un’anima… siamo già nel divino.
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