mercoledì 29 dicembre 2021

Il presente divino

 

A volte la gente si avvicina alla meditazione e alle religioni orientali perché è stanca di sentir parlare di Dio e di un paradiso solamente ultraterreno. Le grandi religioni teiste si odiano fra di loro e sono pronte a combattersi. E lo spettacolo che danno è triste: gente che prega un potente per ottenere favori personali: Dov’è in tutto questo la spiritualità?

Nella meditazione rettamente intesa, l’atteggiamento spirituale è il punto di partenza, non il punto di arrivo. E si aspira a una pace subito, qui e ora. Ottenere il nirvana non è una questione di qualcuno che ti premia mettendoti in un paradiso ultraterreno (che potrebbe essere solo una fantasia), ma di mettersi in una posizione di benessere, di tranquillità, di apertura e di universalità in questo preciso momento. Tutto il resto è speculazione, fede, immaginazione, proiezione della mente umana, desiderio personale, volontà di possesso e di godimento, avidità - non realtà.

Del resto, che cosa sarebbe Dio? Un vecchio con la barba bianca? Una luce? Una mente? Energia? E siamo sicuri che l’universo risponda ad un disegno intelligente ed etico, o che non sia qualcosa al di fuori delle nostre categorie intellettive? Qualcosa che è, senza essere né buono né cattivo, né intelligente né stupido?

Quando siamo calmi e distaccati, quando siamo sereni e senza desideri egocentrici, quando siamo attenti e consapevoli, quando non cerchiamo di salvarci un’anima… siamo già nel divino.

 

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