lunedì 13 dicembre 2021

L'angoscia esistenziale

 

Se soffriamo ogni tanto di preoccupazioni, paure, ansie e angosce, senza un preciso motivo, non dobbiamo considerarci malati o anormali – è più che giustificato. Siamo esseri fragili che possono ammalarsi o essere colpiti da sventure in mille modi, possiamo essere feriti in ogni momento sia sul piano fisico sia sul piano morale. Nessuno è al riparo, nessuno è sicuro.

Abbiamo un’unica difesa. Questi pensieri, questi stati d’animo così disperati sono impermanenti. Sorgono e svaniscono, ininterrottamente. E noi possiamo esserne consapevoli. Anzi, se non lo fossimo, allora saremmo semplici animali senza autocoscienza.

Quando però siamo attenti, quando siamo consapevoli di ciò proviamo, in un certo senso non siamo più degli esseri isolati, ma siamo parti dell’intero universo, nella fortuna e nella sfortuna, nella gioia e nel dolore, nella vita e nella morte. Nella massima attenzione, è come se il soggetto individuale sparisse e venisse assorbito da un soggetto più vasto che riesce a vedere le cose con distacco, approdando a una visione saggia, non più influenzata da attrazioni, repulsioni e giudizi, e quindi riconciliandoci con i ritmi dell’universo.

L’intero creato è nella stessa situazione, non ci sono esseri privilegiati. Tutti nascono, crescono, decrescono, si ammalano, invecchiano e muoiono.

Questa constatazione ci unisce a tutti e ci fa sentire meno separati. È la nascita che ci accomuna in un’unica tragicommedia. Siamo emersi alla vita come divisi e soli.

Ciò che possiamo fare è approfittare della situazione per sviluppare una consapevolezza e un movimento che proceda in senso contrario.

 

2 commenti:

  1. Signor Claudio, lei ha toccato una corda a me sensibile, i momenti di ansia che come dice vanno e vengono, ci sono e poi scompaiono, senza un motivo di fondo, semplicemente arrivano, ed io non ho mai risolto il problema con la presa di farmaci. Le chiedo: secondo lei come ci si pone cosa possiamo fare per raggiungere un livello di comprensione, di accettazione, premettendo che la meditazione e' si, la via, ma quando ti assale l'ansia non e' facile meditare anzi e' impossibile.Quale potrebbe essere l'attegiamento giusto? Grazie se vorra' rispondere.

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  2. Ovviamente non c'è un sistema miracoloso, ma una lenta e continua presa di coscienza. Prima riconoscere: "questa è ansia, questa è angoscia..." (il che ci permette di disidentificarci, di porre una distanza tra noi e i nostri sentimenti, magari spostando l'attenzione sulla respirazione) e poi ragionare sul fatto che è per tutti così, più o meno. Infine dobbiamo lavorare sul distacco, così come spiego nel post successivo.

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