Come sosteneva certa filosofia orientale, “oggi
si pensa che prima del Big Bang ci fosse solo spazio vuoto. Uno spazio vuoto,
tuttavia, molto speciale. Non c’era materia, ma il tessuto dello spazio era
intriso di una forma di energia detta appunto energia del vuoto capace di
esercitare una gravità repulsiva. L’effetto è del tutto stupefacente perché è
l’esatto contrario della forza di gravità a cui siamo abituati, che può solo
attrarre i corpi materiali.” Così dichiara Gian Francesco Giudice, fisico del
Cern di Ginevra, in un’intervista a Il Messaggero. E aggiunge: “La spinta
repulsiva dell’energia del vuoto dilata lo spazio, mettendo in moto una
vertiginosa espansione. Ad un tratto, la struttura all’origine dell’energia del
vuoto si disgrega. In quell’istante tutta l’energia immagazzinata nel vuoto si
trasforma improvvisamente nella materia che, dopo un’evoluzione durata miliardi
di anni, finirà per formare le stelle, i pianeti, e infine la vita.”
È come se l’Origine non potesse più sopportare
se stessa e in un’esplosione di repulsione avesse dato vita all’altro-da-sé. Abbiamo
quindi all’origine un movimento rabbioso di avversione e di
allontanamento-da-sé che avrebbe dato vita al movimento opposto: l’attrazione.
All’inizio, abbiamo dunque un vuoto e una repulsione che ha prodotto il suo
contrario: l’attrazione e l’amore.
Queste due forze o movimenti formano il pendolo
universale, cioè quella coppia di opposti che ritroviamo in ogni cosa e soprattutto
in noi stessi.
Ed ecco, oltre alla nascita dello spazio-tempo,
anche la nascita della coscienza – che è il due in uno. Ognuno di noi è una
contraddizione vivente, è due (soggetti) in uno, è un processo di
rispecchiamento che ha fine solo con la morte.
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