La gente crede di controllare la propria vita, ma riusciamo a controllare i nostri pensieri? Forse qualcuno, ma nella nostra mente si affollano pensieri di ogni genere e provenienza su cui non abbiamo nessun controllo. Riusciamo a controllare le emozioni? Non mi pare. O sono le emozioni che controllano noi? Riusciamo a controllare i nostri sentimenti? Magari.
E allora che cosa controlliamo veramente? Siamo
noi che pensiamo e sentiamo, o sono i pensieri e le emozioni a controllare noi?
Siamo padroni in casa nostra o siamo abitati?
Crediamo di essere liberi e non condizionati,
ma siamo come palline da flipper che vengono sballottate dagli eventi. Crediamo
di imporre la nostra volontà. Ma la nostra volontà è decisa da altri e da tutto
ciò che ci circonda.
E allora che cosa decidiamo veramente?
Abbiamo deciso di nascere? Abbiamo deciso il
nostro corpo, la nostra mente e il nostro carattere? Mi pare di no. Siamo stati
catapultati in un mondo che non abbiamo scelto e in cui ci sentiamo spesso
estranei, un mondo di violenza e di contrasti, in cui dobbiamo lottare solo per
sopravvivere. E infine dovremo invecchiare e morire. Lo abbiamo deciso?
Possiamo dire di no? Possiamo dire: “Aiuto, voglio scendere!”?
Siamo fantasmi di qualcosa che rimane nascosto.
La nostra vera natura è un’altra, che però ci sfugge sempre. Forse la troveremo
dopo la morte. Ma perché fare tanta fatica? Perché questo errore cosmico di
qualcosa che ci ha divisi soltanto per essere cosciente?
In realtà la coscienza non è affatto
necessaria. Prima di nascere, sentivamo la necessità di essere coscienti?
Stavamo male? Ci annoiavamo?
Quando dormiamo di un sonno profondo, proviamo
qualche pena o qualche dolore? E quando siamo sotto narcosi per un’operazione?
I dolori incominciano dopo, al risveglio. Questo dicono tutti coloro che
stavano per morire e hanno trovato una grande felicità: non volevano tornare!
Siamo vittime di un moto pendolare fra essere e
non-essere. Ma del non-essere nessuno si è mai lamentato. Invece tutti si lamentano
prima o poi delle sofferenze della vita. Allora aveva ragione Amleto: “Essere o
non-essere: questo è il problema!”
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