giovedì 2 novembre 2023

La rivoluzione della logica

 

Stephen Hawking, il noto fisico e cosmologo, dichiarò che “dal momento che esiste una legge come quella della gravità, l’universo può crearsi,  l'universo può essersi e si è creato da solo, dal niente. La creazione spontanea è la ragione per cui c'è qualcosa invece del nulla, il motivo per cui esiste l'universo, per cui esistiamo noi".

Il Big Bang è quindi solo una conseguenza delle leggi della fisica, e Dio non serve più come creatore.

Quello che lui mette in evidenza è la spontaneità della creazione, che non ha bisogno di una causa esterna a se stessa.

Se poi crediamo ancora a Dio come fonte della giustizia e della moralità, è ancora peggio, perché scopriamo che il cosmo ha un’unica legge: quella dell’oscillazione fra gli opposti, che non ha nessuna etica.

Prendiamo l’amore che tutti lodiamo come la forza universale che ci fa attrarre e unire, e che però deve contrapporsi, per esistere, al suo opposto: l’odio, la forza di repulsione, la forza di divisione, la guerra.

Il problema è che noi vediamo solo metà del processo. Come nella respirazione comprendiamo un intero processo costituito da due fasi contrapposte (ispirazione ed espirazione), anche nell’oscillazione amore/odio c’è un unico processo… a cui però non abbiamo dato un nome, perché non abbiamo il concetto e ci ostiniamo a vedere di volta in volta solo la metà (amore o odio) e non l’unità.

E così per tutti i poli contrapposti. Ci manca la comprensione unitaria dei processi, In realtà, il fenomeno è sempre un unico che ha due oscillazioni.

La cosa è tanto più grave quando ci si accorge che si applica a tutte le antinomie, comprese quelle di vita/morte, essere/nulla, soggettivo/oggettivo, essere/non essere. I due concetti e realtà contrapposte sono sempre la stessa cosa. Quindi non ha più senso domandarsi se una cosa può essere in un modo o nel suo opposto. È sempre così. Le antinomie sono in apparenza contraddittorie, ma si sostengono a vicenda. L’essere ha bisogno del non-essere, l’oggettivo del soggettivo. Tutto è ambivalente, contradditorio e ambiguo. Anche nella fisica delle particelle, queste possono essere sia onde sia punti, cioè la materia stessa è duale e supera la nostra logica aristotelica dell’ “o…o”.

La stessa coscienza è espressione e produzione del dualismo: è il due in uno per eccellenza.

Questo ha conseguenze enormi sulla nostra visione del mondo, che deve essere unitaria e non escludere nulla. Tutto può essere e non essere, ha sempre due volti che sembrano escludersi a vicenda, ma che hanno bisogno l’uno dell’altro. Si sta profilando una rivoluzione della conoscenza.

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