Penso, dunque sono, diceva il buon vecchio
Cartesio. In realtà, non è il pensare, ma l’essere consapevoli.
Sono cosciente, dunque so di essere (e con me
tutto il mondo).
In effetti, per affermare che il mondo esiste
(e io con lui, in lui…), ci dev’essere qualcuno che lo testimoni. Dunque, io affermo
me stesso e il mondo nello stesso tempo. Se non ci fosse questa testimonianza,
nessuno potrebbe sapere se il mondo esiste e non esiste. Anche il non esistere
ha bisogno di un osservatore.
Questo significa che il testimone (o
l’osservatore) è parte integrante del mondo, del suo esistere o non esistere.
Una qualunque cosa non può esistere se non c’è
un testimone che la convalidi. Altrimenti, chi stabilirebbe se è o non è? Se
non ci fosse qualcosa di consapevole, non ci sarebbe niente.
La coscienza non può essere separata dal mondo.
Senza una coscienza, semplicemente il mondo non potrebbe esistere. Noi, invece,
pensiamo che, anche senza essere coscienti, il mondo esisterebbe là fuori, come
un palcoscenico inanimato. Non è così: il mondo prende forma quando si accende
la coscienza. Infatti, tutti gli esseri viventi sono dotati di una maggiore o minore
coscienza, anche le piante.
Allora il mondo e la coscienza, il soggetto e
l’oggetto, non possono essere separati. Ma sono interdipendenti. L’uno non potrebbe
esistere senza l’altro.
Noi però ci domandiamo: che ne era
dell’universo prima che nascesse la coscienza?
Evidentemente anche le più piccole particelle
sono dotate di coscienza. Altrimenti, come saprebbero come comportarsi? Conoscono
forse le leggi della fisica? Sono andate a scuola?
Questo vuol dire che i due presunti poli, lo
spirito e la materia, il soggetto e l’oggetto, la coscienza e il mondo, seguono
la legge dell’oscillazione di tutti i poli e non sono affatto separati, ma si
sostengono e si giustificano a vicenda, Fanno parte di un unico processo.
Se questo è
vero, vuol dire che i due si influenzano a vicenda e che lo
spirito-coscienza in realtà è in un rapporto di contrapposizione/collaborazione
con la materia. Come la materia influenza lo spirito, così lo spirito influenza
la materia… solo che lo fa in maniera automatica e noi non ce ne accorgiamo.
Per esempio, uno stato d’animo di rabbia, di
odio o di stress può provocare malattie fisiche. Credo che nessuno lo neghi.
Comunque il livello di influenza della
coscienza è in gran parte inconscio. Cioè la coscienza opera a vari livelli.
Allora potremmo inventare un’operazione o un
esperimento mentale che ci dia la prova che la mente può influenzare la materia
o gli avvenimenti dell’esistenza.
In fondo la vita è una continua oscillazione
fra due poli opposti (tristezza/allegria, successo/insuccesso, malattia/salute,
amore/odio, fame/sazietà, positivo/negativo, terribile/meraviglioso,
inizio/fine, caldo/freddo, benessere/malessere, veglia/sonno,
inspirazione/espirazione, nascita/morte, acquisizione/perdita,
attrazione/repulsione, forza/debolezza, indifferenza/interesse, eccetera,
eccetera). Perché non dovrebbe esserci uno scambio e un collegamento continuo
tra spirito e materia?
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