Nel Vangelo di Giovanni, a Gesù viene fatto dire: “Io sono la
via, la verità e la vita” e altre cose che certamente Gesù non ha mai detto,
perché non era un uomo così presuntuoso. Queste parole le hanno scritte i suoi
seguaci per far credere nella divinità di un uomo.
In realtà siamo tutti esseri divini e non c’è da seguire nessuna
via, perché siamo già a destinazione. La nostra vera natura non ha struttura,
non ha forma, non ha colore ed è sempre
qui e ora, al di fuori dello spazio-tempo.
Non seguite i falsi profeti, le religioni non sono che un
imbroglio per le menti infantili degli uomini che vogliono illudersi di non
dover morire. E che alimentano stuoli di preti che non interpretano proprio
nessuno, né tantomeno Dio che non parla affatto, essendo energia.
Volete pregare l’energia, volete che l’energia parli? Volete
creare chiese per l’energia? Ci sono già – sono le centrali nucleari.
Materia e energia sono la stessa cosa, ce lo dice la scienza. E
anche lo spirito è energia sottile, oscura. E già lo siamo!
Dunque, la nostra ultima e prima natura non va cercata chissà
dove, ma è qualcosa che siamo. È dentro di noi, è sopra di noi, anzi è noi!
Non si identifica però con l’io che crediamo di avere, che è un’apparenza
temporanea e quindi illusoria, come quella di un sogno. Il sogno certo esiste
quando si verifica, ma, quando ci svegliamo, capiamo che era un parto della
mente. Tuttavia ci identifichiamo con il nostro io, che ha una forma, un colore,
un odore, una storia, dei genitori e tanti pensieri e crediamo che sia solido.
Ma neanche lui è la nostra vera natura. È una forma che “qualcosa”, l’energia, ha assunto per poter esistere in questo mondo,
per far esistere temporaneamente questo mondo.
Ma anche lui è temporaneo e destinato a sparire. Anche lui non è
che un’apparenza.
La nostra vera natura è quel qualcosa, l’energia, che ha preso temporaneamente forma. Ma che è
sempre presente, anche nella confusione del mondo.
Non dobbiamo conoscerlo, non si tratta di comprenderlo con i
nostri limitati mezzi mentali, dobbiamo esserlo! Sempre più chiaramente.
Il problema è di identificare la sua voce tra i rumori, il
chiasso, la babele, le distrazioni e le condizioni caotiche della vita.
Non ha bisogno di interpreti, più o meno interessati: ha bisogno
di tanto silenzio e sensibilità,
In conclusione, la via è in noi, anzi siamo noi, che siamo
temporaneamente dei trasformatori.
Ma, per fortuna, verrà infine la morte, che ci libererà della
forma, di questa specie di scafandro che si siamo messi addosso.
Finito il cervello, finita la mente, finita la coscienza, finito
l’io, finisce lo spazio-tempo. E quindi ci troveremo in un eterno presente, dove
vive anche il passato che credevamo perduto.
A quel punto dovremo decidere se fermarci lì, come soggetti
disincarnati, come semplici ologrammi energetci, o andare oltre secondo una
progressione infinita.
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