Il fisico Guido Tonelli ha
pubblicato un libro intitolato Materia:
la magnifica illusione (Feltrinelli) dove ci spiega come la materia che,
finora abbiamo considerata solida e stabile, si riveli, alla luce degli ultimi
studi scientifici, fragile, inconsistente, cangiante e sostanzialmente “illusoria”,
una specie di sogno che sperimenta tutti gli stati possibili, esattamente come dicono
certe filosofie orientali.
Innanzitutto, materia ed energia
sono la stessa cosa e tutto ha origine da uno stato di Vuoto quantistico
ribollente che è capace di trasformarsi e di subire metamorfosi. Gli atomi e le
altre particelle sono tutt’altro che immutabili e si aggregano e si disgregano in
campi che interagiscono fra di loro.
Quello che vediamo è quindi un’apparizione
temporanea che è destinata a cambiare. Come diceva il Buddha, il mondo è un
flusso continuo e impermanente e la coscienza dell’io è simile a un fantasma
che è impossibile cogliere.
All’origine c’è un Vuoto che “crea”
in pochi attimi tutto l’universo visibile, ma che è anche pronto a farlo
sparire. Le cose e gli enti sono e non sono e non hanno una consistenza
definita: sono apparizioni simili a fantasmagorie. Si uniscono per poco e poi
si dissolvono.
Cercare anime stabili o Iddii
eterni è davvero un’impresa fallimentare. L’unica cosa che possiamo fare è non
accontentarci di quel che abbiamo o siamo e di capire che ogni identità è
destinata a dissolversi senza lasciare traccia.
Possiamo però dimorare in questa
incertezza scoprendo che, in fondo, non siamo né il nostro corpo né la nostra
mente né gli eventi che ci accadono, ma ciò che li testimonia staccandosi da
tutto.
Gentile Lamparelli,
RispondiEliminasecondo diversi esponenti della cosiddetta non dualità radicale, il Testimone sarebbe solo il prodotto del nostro piccolo io, partorito quindi dall'attività del cervello, ricadendo così nel non duale. Potrebbe fare un commento su ciò? Grazie... Roberto (brahmadesordi)
Errata corrige: leggi "ricadendo così nel duale" e non "ricadendo così nel non duale"... Roberto (brahmadesordi)
EliminaMi viene in mente lo Shikantaza, stare semplicemente seduti, perche' non ci sono scopi, cosi' si diventa consapevoli della consapevolezza stessa, la quale non ha bisogno di sostegni. in fondo non ci sarebbe nulla da fare. Se siamo lo scopo allora lascia fare cosi dicevano i pescatori, lascia andare.
RispondiEliminaIl Testimone, ciò che conosce il dualismo e i limiti della mente, non fa parte della mente stessa e non è legato al concetto di spazio-tempo. Non è l' "io sono", ma ciò che eri prima di nascere e che sarai dopo la morte. E' al di là del dualismo, Infatti, prima di nascere, non eri né infelice né infelice, ma in un terzo stato trascendente. Quando muori, scomparirà il concetto di "io sono", ma non succederà niente al conoscitore di tutto il processo, che non fa esperienza di felicità/infelicità e di nascita/morte.
RispondiEliminaDobbiamo capire che tutto ciò che si basa su concetti dualistici è una specie di "magnifica illusione" o sogno, una rappresentazione irreale che prima o poi sparirà, così come spariranno il concetto di io e perfino quello di testimone. Non ci sarà più niente di... falso o concettuale. Ma questo "niente" sarà lo stato perfetto.
Non è l'individuo che assume una coscienza, ma è la coscienza che assume forme individuali, per rendersi manifesta. E' difficile da comprendere. Ma niente nasce e niente muore - tutto ciò che sperimentiamo è pura apparenza, gioco delle parti, gioco illusionistico. La morte riporterà la Realtà.