mercoledì 20 settembre 2023

La magnifica illusione

 

Il fisico Guido Tonelli ha pubblicato un libro intitolato Materia: la magnifica illusione (Feltrinelli) dove ci spiega come la materia che, finora abbiamo considerata solida e stabile, si riveli, alla luce degli ultimi studi scientifici, fragile, inconsistente, cangiante e sostanzialmente “illusoria”, una specie di sogno che sperimenta tutti gli stati possibili, esattamente come dicono certe filosofie orientali.

Innanzitutto, materia ed energia sono la stessa cosa e tutto ha origine da uno stato di Vuoto quantistico ribollente che è capace di trasformarsi e di subire metamorfosi. Gli atomi e le altre particelle sono tutt’altro che immutabili e si aggregano e si disgregano in campi che interagiscono fra di loro.

Quello che vediamo è quindi un’apparizione temporanea che è destinata a cambiare. Come diceva il Buddha, il mondo è un flusso continuo e impermanente e la coscienza dell’io è simile a un fantasma che è impossibile cogliere.

All’origine c’è un Vuoto che “crea” in pochi attimi tutto l’universo visibile, ma che è anche pronto a farlo sparire. Le cose e gli enti sono e non sono e non hanno una consistenza definita: sono apparizioni simili a fantasmagorie. Si uniscono per poco e poi si dissolvono.

Cercare anime stabili o Iddii eterni è davvero un’impresa fallimentare. L’unica cosa che possiamo fare è non accontentarci di quel che abbiamo o siamo e di capire che ogni identità è destinata a dissolversi senza lasciare traccia.

Possiamo però dimorare in questa incertezza scoprendo che, in fondo, non siamo né il nostro corpo né la nostra mente né gli eventi che ci accadono, ma ciò che li testimonia staccandosi da tutto.

4 commenti:

  1. Gentile Lamparelli,
    secondo diversi esponenti della cosiddetta non dualità radicale, il Testimone sarebbe solo il prodotto del nostro piccolo io, partorito quindi dall'attività del cervello, ricadendo così nel non duale. Potrebbe fare un commento su ciò? Grazie... Roberto (brahmadesordi)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Errata corrige: leggi "ricadendo così nel duale" e non "ricadendo così nel non duale"... Roberto (brahmadesordi)

      Elimina
  2. Mi viene in mente lo Shikantaza, stare semplicemente seduti, perche' non ci sono scopi, cosi' si diventa consapevoli della consapevolezza stessa, la quale non ha bisogno di sostegni. in fondo non ci sarebbe nulla da fare. Se siamo lo scopo allora lascia fare cosi dicevano i pescatori, lascia andare.

    RispondiElimina
  3. Il Testimone, ciò che conosce il dualismo e i limiti della mente, non fa parte della mente stessa e non è legato al concetto di spazio-tempo. Non è l' "io sono", ma ciò che eri prima di nascere e che sarai dopo la morte. E' al di là del dualismo, Infatti, prima di nascere, non eri né infelice né infelice, ma in un terzo stato trascendente. Quando muori, scomparirà il concetto di "io sono", ma non succederà niente al conoscitore di tutto il processo, che non fa esperienza di felicità/infelicità e di nascita/morte.
    Dobbiamo capire che tutto ciò che si basa su concetti dualistici è una specie di "magnifica illusione" o sogno, una rappresentazione irreale che prima o poi sparirà, così come spariranno il concetto di io e perfino quello di testimone. Non ci sarà più niente di... falso o concettuale. Ma questo "niente" sarà lo stato perfetto.
    Non è l'individuo che assume una coscienza, ma è la coscienza che assume forme individuali, per rendersi manifesta. E' difficile da comprendere. Ma niente nasce e niente muore - tutto ciò che sperimentiamo è pura apparenza, gioco delle parti, gioco illusionistico. La morte riporterà la Realtà.

    RispondiElimina