domenica 17 settembre 2023

Dimorare in se stessi

 

Tu sai di esistere perché sei cosciente, perché hai il senso di essere, che si è formato a poco a poco dopo la nascita. Prima non sapevi nulla, non sapevi di esistere. Ora lo sai e ti identifichi con un io: “Io sono questo qui”.

Ma l’io, a ben vedere, è popolato di tanti io, perché non puoi dire che l’io di quand’eri bambino sia lo stesso di ora che sei adulto. È diverso. Comunque la memoria conserva dei ricordi di quell’antico io e ti dice che, in fondo in fondo, sei sempre quello.

Ma, quando morirai o sarai colpito da Alzhaimer, non ti ricorderai più nulla. Perché, insieme al corpo e alla mente, verrà distrutto il tuo senso di essere.

Se perciò ti identifichi con quel senso di essere, scomparirai per sempre.

Ma tu sei il conoscitore di tutto ciò e, quindi, sei separato dal corpo, dalla coscienza e dalle esperienze in cui sei coinvolto. Tu vieni prima della coscienza e del suo senso di essere. È questo il punto.

È in questo punto che ti devi radicare. È su questo punto che devi mirare. È questo punto o centro su cui devi fare affidamento.

Allenati a trovarlo, a identificarlo. È l’osservatore, il Testimone, il Sé, che è distaccato da tutto. Sono la separazione, la distinzione e il distacco che ti fanno scoprire chi veramente sei, prima di tutto, in fondo a tutto, fuori da tutto… anche dal tempo e dal suo divenire.

Tu sei questo, non il personaggio della tragicommedia umana.

Non si tratta, però, di un io individuale, ma di un io che si approssima al tutto, superando i propri confini.

Non è quindi un’anima, così come la intendiamo nel senso comune (un’essenza), ma di un io allargato, di un io trascendente, di ciò che c’è prima dell’anima, dello stato tendente allo stato originale.

Essendo uno stato originale, può ancora essere un io delimitato, tenendo conto che l’ultimo stato originale è l’io che ha perso ogni confine e si è fuso con l’Uno senza secondo.

Il Sé finale è l’Uno o Dio, l’energia infinita. Ma lì si perde tutto.

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