venerdì 22 settembre 2023

Il Testimone

 

Il post “La magnifica illusione” ha suscitato dei commenti in alcuni lettori, cui ho risposto con un testo che ora riporto ed estendo…

Il Testimone, ciò che conosce il dualismo e i limiti della mente, non fa parte della mente stessa e non è legato al concetto di spazio-tempo. Non è l' "io sono", ma ciò che eri prima di nascere e che sarai dopo la morte. E' al di là del dualismo. Infatti, prima di nascere, non eri né infelice né infelice, ma in un terzo stato - trascendente. Quando muorirai, scomparirà il concetto di "io sono", ma non succederà niente al conoscitore di tutto il processo, che non fa esperienza di felicità/infelicità e di nascita/morte.
Dobbiamo capire che tutto ciò che si basa su concetti dualistici è una specie di "magnifica illusione" o di sogno, una rappresentazione irreale che prima o poi sparirà, così come spariranno il concetto di io e perfino quello di testimone. Non ci sarà più niente di... falso o concettuale. Ma questo "niente" sarà lo stato perfetto.
Non è l'individuo che assume una coscienza, ma è la coscienza che assume forme individuali, per rendersi manifesta. E' difficile da comprendere. Ma niente nasce e niente muore - tutto ciò che sperimentiamo è pura apparenza, gioco delle parti, gioco illusionistico. La morte riporterà la Realtà. Perché anche la morte è un’illusione.

Aggiungo che già adesso è così. Se ci fai caso, non sempre pensi in senso dualistico o con il senso di essere un io. Quando ti dimentichi di queste funzioni mentali, continui pur sempre ad essere e ad essere meglio. Poi ripiombi nella prigione dell’immagine o del concetto di te stesso.

Tu non sei il concetto o l’immagine, ma il conoscitore di queste cose. E, più te ne rendi conto, più sarai libero. Chi conosce l’impermanenza è ciò che esiste sempre, l’entità che lo sa è permanente. Ed è già lì. Tu sei quello. Quella è la tua vera identità, non quella dell’io, della nazione, della famiglia o della società.

Però, non puoi conoscerla nel senso dualistico di un soggetto che conosce un oggetto, perché non è altro da te, ma esattamente ciò che sei.

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