domenica 19 maggio 2019

Le catene della famiglia


“Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo” diceva  Gesù (Lc 14, 25-26). Ma che cosa significa questa frase? Sembra che Gesù ce l'abbia con la famiglia, a differenza del cristianesimo che a parole se ne è fatto sostenitore.
In realtà, è lo stesso messaggio che ci viene dal Buddha: lasciate perdere i legami famigliari, lasciate perdere tutti i legami, perché non sono altro che catene. Il che non significa che bisogna "odiare" i parenti, la moglie e i figli, o che bisogna abbandonarli (anche se sia Gesù sia il Buddha li avevano letteralmente abbandonati), ma che bisogna recidere ogni attaccamento psicologico.
Però, attenzione, bisogna "odiare" anche la propria vita, il proprio ego, il proprio sé. Il che è lo stesso messaggio del Buddha, che non perde occasione per dire che il sé non è che un'illusione che imprigiona. Ed è singolare che due maestri spirituali di questo calibro dicano la stessa cosa. È il sé, l'ego, l'egocentrismo, l'egoismo, l'origine di tutti i mali. Altro che allevare felici famigliole! Dice il Buddha: "Il saggio lasci la propria casa nel mondo per dimorare solitario e distaccato." E aggiunge: "Gli stolti sono soliti dire: 'Io ho figli, io ho ricchezze'. Ma se non sono nemmeno padroni di se stessi, come possono pretendere di possedere figli o ricchezze? Molte sono le ansie degli uomini di mondo".
Qualcuno rifletta su queste parole.

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