mercoledì 1 maggio 2019

I blocchi inconsci


Qualche volta, nelle difficoltà della vita, ci facciamo prendere dallo sconforto e ci diciamo: "Non ce la farò mai... Che sarà di me?.. Sono perduto... Sono fallito... C'è qualcosa di sbagliato in me... Non ho le capacità di reagire... Mi manca qualcosa... Gli altri sono meglio di me... Gli altri hanno quello che io non ho", eccetera eccetera. Idee del genere, se ripetute negli anni, e magari alimentate dalla famiglia o dagli insegnanti, diventano potenti forze devastanti. Se penetrano nell'inconscio, ci creeranno un senso di inadeguarezza, di sofferenza e di inferiorità che ci porterà ad azioni e a decisioni fallimentari, a ritirate e a rinunce che non faranno che confermare il giudizio negativo che abbiamo di noi. È un circolo vizioso difficile da spezzare, un circolo in cui qualcuno rimane tutta la vita.
       Per spezzare questo incantesimo malefico bisogna risalire all'origine di simili convinzioni inconsce e prenderne sempre più coscienza. Infatti, esse vivono di oscurità, di mancanza di consapevolezza. Si scavano una tana nel nostro essere e rimangono lì, come virus deleteri, che sabotano ogni nostro tentativo di disidentificazione e di liberazione.
       La meditazione può aiutarci a uscire dalla prigione che ci siamo costruiti con le nostre stesse mani. Una volta identificati questi pensieri ricorrenti, magari etichettandoli, dobbiamo considerarli come appartenenti ad un sé separato, ad una sotto-personalità che si è creata nel tempo e che ci tiene in suo potere.
Ma noi non siamo quella sotto-personalità; noi, il nostro sé, è qualcosa che sta sotto o sopra tutti questi falsi io, è una natura potente e più ampia. Il buddhismo per esempio ci dice che noi siamo tutti dei Buddha, cioè abbiamo tutti la possibilità di liberarci dalle catene. La nostra natura originaria non è un piccolo ego asfittico e petulante, che si sente incapace e che si lamenta di essere imprigionato; è una natura divina.
       Naturalmente non si tratta di passare da un estremo all'altro, dalla sottovalutazione all'esaltazione paranoica del nostro sé. Avremo certamente i nostri difetti e i nostri limiti.
Ma, attenzione, proprio qui, proprio in questo momento, possiamo rialzare la testa, guardarci con altri occhi e accorgerci che non ci manca nulla. Siamo vivi e siamo consapevoli. E abbiamo tutto ciò che ci serve. Dentro di noi, nella nostra essenza, sei esseri divini. Rendiamocene conto. Sono gli altri, è il mondo, è la società, è la nostra stessa inconsapevolezza, che ci hanno costruito addosso una corazza che in parte ci difende e in parte ci imprigiona. E se in ultima analisi la inconsapevolezza ha creato tutto questo, la nostra consapevolezza, ora, può liberarci.
Non pensiamo però che la nostra emancipazione dipenda da qualche divinità da pregare. È dentro di noi che dobbiamo cercare le forze divine della liberazione.

Guardati dall’uomo il cui Dio è nei cieli”
                      George Bernard Shaw

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