venerdì 5 gennaio 2024

Né ultimi né primi: la legge della competizione

 

La spinta a conoscere la nostra vera natura è sempre presente in noi. Purtroppo viene deviata dalle religioni, che sono all’origine dell’alienazione umana – religioni che spingono a cercare un Dio fuori di noi, anziché a cercare se stessi, il proprio vero Sé, la propria natura originaria: quella che c’era prima di questo mondo e che rimarrà dopo questo mondo dello spazio-tempo-io cosciente.

La realtà non nasce da un rapporto causa/effetto messo in moto da Qualcuno (il Primo Motore), ma nasce da sé spontaneamente. Essendoci all’origine un nulla, un vuoto, deve esserci per forza un tutto, un pieno. E come tutti gli enti che si fanno da sé faticosamente, ha difetti, lacune, errori e procede per tentativi.

Perciò, dimentichiamoci l’idea di un Dio creatore, che porterebbe con sé anche l’idea di un Dio distruttore, un Dio della vita ma anche della morte. Inoltre, a un Dio del genere dovremmo imputare tutte le cose che non vanno, tutto ciò che nasce sbagliato. Chi avrebbe sbagliato? Dio? Ma non era perfetto, onnipotente e onnisciente?

Il mondo è sì armonico, ma nei contrasti. E non tiene minimamente conto degli individui, che sono carne da macello.

Anche noi diamo la vita e alleviamo i vitelli. Ma poi ce li mangiamo.

Il mondo è soprattutto violento. Non nasce da un’esplosione? Avete mai visto un leone che sbrana una gazzella e la divora viva? Avete visto la sofferenza della vittima? Ebbene tutti gli esseri devono fare così per sopravvivere. Anche noi. E vi sembra che questo sia un mondo creato da un Dio  che dovrebbe essere la Bontà in persona?

E anche se siete vegetariani, credete che la carota o il carciofo siano contenti quando li divorate, senza neanche la consapevolezza che state mangiando un essere vivente?

Lo sapete che le piante gridano, piangono e soffrono, esattamente come gli animali.

È impossibile vivere senza uccidere. Le anime si nutrono di altre anime.

E che dire della selezione naturale o sociale che premia il più forte, non il più debole. “Gli ultimi saranno i primi” diceva Gesù. Sì, nel suo mondo immaginario creato da un Padre che uccide il Figlio.

La logica della competizione, che poi è la legge della violenza, è sempre la stessa, sia che vogliate essere i primi sia che vogliate essere gli ultimi. Qualcuno deve perdere.

Oltrepassate questa legge; né ultimi né primi. Ma seguite la variabile via di mezzo che non desidera confronti con nessuno.

 

2 commenti:

  1. Buongiorno Signor Lamparelli, volevo chiederle e magari se vuole usarlo come tema del blog cosa ne pensa a proposito della relazione e della dualita'. Ho ascoltato ina conferenza di Vito Mancuso il quale insisteva sul fatto che la vita e' relazione, si comincia dalle particelle subatomiche per finire all'uomo, mi chiedo se tutto e' relazione allora e' sempre duale la questione?. Un buon anno e un grazie per il suo Blog

    RispondiElimina
  2. Certo che la vita è relazione, non solo in senso sociale ma anche nel senso che le forze fondamentali dell'universo vanno sempre a coppie. Anche la coscienza nasce dalla relazione della mente con se stessa. C'è un lato positivo, in quanto le cose sono tutte correlate; e c'è un senso negativo, in quanto sono tutte divise fra di loro e scisse in sé. Cioè una relazione indica sì un collegamento, ma anche una differenziazione. La realtà è ambigua.

    RispondiElimina