Nessuno ha mai pensato che alcune
leggi della fisica valessero anche in ambito mentale e in ambito degli
avvenimenti esistenziali. Certo, il problema è che nella fisica le forze si
possono misurare, mentre le forze della mente e degli avvenimenti non possono
essere espresse in forma matematica (almeno per ora), ma non per questo non
sono avvertibili. Noi le avvertiamo bene. Ci sono scienze, come la psicologia o
l’evoluzionismo, che non si esprimono in forma matematica, ma le cui forze sperimentiamo
tutti i giorni.
La prima legge che regge l’universo
è la terza legge di Newton, che espressa in termini semplici, dice che ad ogni
azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Ma, scusate, questa è la
legge del karma che in Oriente è conosciuta da millenni. Pensateci un po’: ogni azione che compite produce una reazione
uguale e contraria.
Questo però non significa che
un’azione buona produrrà una reazione buona (come hanno sempre pensato tutti),
ma, al contrario cattiva. Lo so, non vi piace, ma è così. Quando fate il
cosiddetto bene, vi attirate o producete comunque del male. Provate un po’:
fate della beneficenza e poi ditemi se vi ritornerà del bene o del male.
Vedrete che vi capiterà del male. E, viceversa, l’uomo che farà del male avrà
di ritorno del bene. Non ci credete? Come mai, allora, questi mafiosi o questi
sanguinari dittatori godono di ottima salute? Avete mai sentito che gli sia
venuto un infarto o qualche grave malattia?
Invece, i buoni come finiscono?
Cito solo il caso di Gesù…
Questo non significa che dobbiamo
fare il male volontariamente, perché la legge del karma funziona solo per le
azioni spontanee, e non funziona per chi ne è consapevole.
La seconda legge è quella di
Lavoisier che, semplificata al massimo, dice: nulla si crea e nulla si
distrugge, ma tutto si trasforma. Scusate, ma questa è la legge del mutamento
già enunciata dai taoisti. Ogni cosa, organica o inorganica, cambia continuamente,
passando da uno stato all’altro. Questo ciclo è eterno e ci rivela che le
nostre idee di inizio e fine o di vita e morte sono sbagliate. Nessuno ci ha
creato, ma veniamo da altre vite. Lo stesso universo non fa altro che comparire
e scomparire secondo un’oscillazione eterna, la danza di Shiva.
L’essere e il non essere, il pieno
e il vuoto, la vita e la morte, si alternano di continuo, non escludendosi a vicenda, ma essendo complementari. Questa è la
legge dei poli opposti complementari. Nel nostro mondo dualistico ci sembra che
gli opposti si combattano a vicenda, ma in realtà si sostengono e si
giustificano a vicenda.
Ci spiega la fisica che le forze
vanno sempre in coppia, nel senso che ognuna produce il suo contrario:
particella e antiparticella, gravità e antigravità, attrazione e repulsione,
ecc. Ma anche nella mente, nei pensieri, nei sentimenti, nelle emozioni e in
tutti gli avvenimenti vale la stessa legge. Per esempio, l’amore produce il suo
contrario: avete mai provato la gelosia, l’attaccamento morboso o il desiderio
di colpire o ferire il vostro partner? O addirittura l’odio quando vi siete
sentiti traditi o abbandonati? Tutto questo viene dall’amore, non da altro. Se
non ci fosse l’amore, non ci sarebbe tanto odio. In fondo, l’odio non è che
amore andato male, ovvero il lato oscuro dell’amore. E viceversa, l’amore non è
che odio che ha preso la strada “sbagliata”.
Ci sono momenti in cui siamo
davanti a un bivio o a un crinale, e noi prendiamo una delle due direzioni.
Quando scegliamo, coscienti o no, rendiamo reale (o collassiamo, come dicono i
fisici) ciò che era incerto, ma nello stesso tempo rinunciamo alla ricchezza
del possibile e ci limitiamo. È come se cristallizzassimo e stabilizzassimo una
realtà, perdendo ogni altra possibilità.
Scegliamo una possibilità scartando
tutte le altre. Come sposare una donna, lasciando perdere tutte le altre.
Se volessimo conservare la
ricchezza del possibile, dovremmo non scegliere, ma mantenerci sul crinale.
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